La moda sul banco degli imputati. Accusata da più parti di essere rimasta indifferente dinanzi all’invasione russa nei confronti dell’Ucraina; dinanzi a una tragedia la cui portata minaccia di superare qualsiasi controllo, anche se grande resta la speranza che presto si plachi. Prima a Milano e poi a Parigi, le fashion weeks (le prime totalmente in presenza dopo due anni di pandemia) hanno rispettato i programmi. Avrebbero dovuto essere annullate, come sostiene qualcuno?
La verità è che sarebbe stato un danno economico enorme, quindi tutt’altro che una soluzione. Sarebbe stata necessaria una presa di posizione più netta, i vari protagonisti avrebbero potuto sfruttare la forza mediatica degli eventi per mandare messaggi fondamentali? Prima di rispondere, sarebbe opportuno considerare le tempistiche: la Settimana della moda milanese è cominciata il 22 febbraio, Putin ha ordinato l’invasione dell’Ucraina due giorni dopo. Non è stata una cosa imprevedibile, certo, ma ugualmente spiazzante.
E non è vero che tutti hanno preferito non prendere posizione e non proferire verbo, dedicandosi solo agli eventi in questione. Perché le voci si sono levate. I primi giorni sono state eccezioni, sì. Ma giorno dopo giorno, la risposta si sta facendo sempre più forte e concreta. Forse c'era anche una fisiologica esigenza di metabolizzare.
Giorgio Armani e la potenza del silenzio
Il silenzio, a volte, è la voce più potente. Giorgio Armani l’ha dimostrato una volta in più, scegliendo di far sfilare le modelle senza musica “in segno di rispetto per tutte le persone coinvolte nella tragedia in corso in Ucraina”, ha spiegato una voce fuori campo prima del via. Poi, solo il rumore dei passi, dei flash fotografici. E degli applausi.
L’omaggio di Francesca Liberatore
Al termine della sfilata per il lancio della sua collezione, tenutasi presso l’ex chiesa di San Carpoforo a Brera, Francesca Liberatore ha voluto accanto a sé le modelle russe e ucraine e invitato tutti a osservare un minuto di silenzio. Vederle lì, insieme e vicinissime, a tenersi per mano, ha suscitato grande commozione. Un’immagine simbolica ma di grande impatto.
Fuori le porte delle sfilate
Semplici manifestanti, che con le fashion weeks non hanno nulla a che fare; ma anche influencer e, più in generale, ospiti dei vari show: tante le persone che, fuori dalle sfilate, hanno pronunciato il loro NO alla guerra ed espresso solidarietà nei confronti della popolazione ucraina. Scritte tracciate con spray e grossi pennarelli sono apparse su cartelli, maglie, felpe. Insieme ai colori dell’Ucraina, il giallo e il blu: un moltiplicarsi di bandiere, palloncini, persino mascherine.
Il backstage di Elisabetta Franchi
“Lo show va avanti – è il messaggio apparso sul profilo Instagram di Elisabetta Franchi – ma parte del mio cuore va a questa grande tragedia. Ho sempre sperato che, in questo mondo, tutto questo non potesse più accadere”. Poco dopo ha pubblicato una foto del backstage della sua sfilata: “ci sono donne da tutto il mondo, tutte insieme senza confini. Questo è il mondo che voglio. No alla guerra”.
La voce di Alessandro Michele
Anche Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, ha scelto Instagram per il suo messaggio di pace. Messaggio che coincide con la traduzione in inglese di Promemoria, poesia di Gianni Rodari. Ricordi il passo più importante? “Ci sono cose da non fare mai/ né di giorno, né di notte/ né per mare, né per terra:/ per esempio, la guerra”. Per accompagnare queste parole, Michele ha scelto un’immagine risalente agli anni ’70.
Donatella Versace lancia un appello
Sempre tramite Instagram, Donatella Versace ha informato di aver effettuato una donazione all’Unhcr per i rifugiati ucraini e invitato tutti a fare altrettanto: “vi esorto a unirvi a me nello sforzo di aiutare le centinaia di migliaia di persone che sono fuggite dalle loro case in Ucraina. La vostra donazione, per quanto piccola, significherà il mondo per coloro che la riceveranno”.
Il supporto di Balenciaga
Sull’account di Balenciaga c’è una foto soltanto: una bandiera ucraina. Accompagnata da un messaggio importante: “Sosteniamo la pace e abbiamo donato al WFP (World Food Programme, ndr) per sostenere un primo aiuto umanitario per i rifugiati ucraini. Nei prossimi giorni apriremo le nostre piattaforme per trasmettere tutte le informazioni sulla situazione in Ucraina”.
La Camera della Moda scende in campo
La Camera della Moda ha aderito all’iniziativa di solidarietà lanciata dall'Unhcr per l’emergenza umanitaria attualmente in corso in Ucraina: destinerà al progetto i contributi derivati dalla sala sfilata della Milano Fashion Week. “La moda costruisce ponti – ha dichiarato il presidente Carlo Capasa - promuove l’unione tra le persone e lo scambio culturale, diffonde valori di inclusione. In questi giorni di crisi internazionale è importante ricordare come ciascuno possa contribuire alla costruzione di un mondo migliore ed un futuro sostenibile e solidale. La nostra attenzione è rivolta a tutte le persone che soffrono”.
Si aggiungono Valentino, Gucci e OTB Foundation
Anche Valentino, Gucci e OTB Foundation, l’organizzazione no-profit di Only The Brave (holding fondata da Renzo Rosso che attualmente controlla i brand Diesel, Maison Margiela, Jil Sander, Marni, Amiri, Staff International, Viktor&Rolf e Brave Kid), hanno deciso di partecipare all’iniziativa dell’Unhcr. Valentino e Gucci hanno stanziato rispettivamente 500.000 euro, OTB Foundation donerà denaro – una cifra che, è già stato annunciato, crescerà in base alle necessità – e coperte.
Le iniziative del Gruppo LVMH
Il colosso LVMH, proprietario di numerosi marchi fra cui Louis Vuitton, Fendi e Christian Dior, ha messo nero su bianco che “la prima preoccupazione è la sicurezza dei suoi 150 dipendenti in Ucraina e fornisce loro un'assistenza finanziaria e operativa essenziale”. Ha inoltre fatto una prima donazione pari a 5 milioni di euro alla Croce Rossa, “per aiutare le vittime dirette e indirette di questo conflitto” e sta per lanciare una campagna di raccolta fondi “a sostegno del CICR per facilitare i contributi dei dipendenti del Gruppo e delle sue 76 Maison”. E ancora, l'LVMH Heart Fund, lanciato nel 2021, “è stato attivato per fornire supporto finanziario e psicologico a tutti i dipendenti, in particolare quelli direttamente colpiti da questo conflitto”.
Gigi Hadid dona il suo cachet
Come la collega argentina Mica Argañaraz, anche Gigi Hadid ha deciso di donare i compensi percepiti per le sfilate delle fashion weeks alle vittime dell’Ucraina. L’annuncio è arrivato tramite Instagram, nel lungo messaggio la top ha inoltre risposto, sia pur con toni estremamente pacati, alle polemiche: “Avere un programma prestabilito per il mese della moda significa che io e i miei colleghi presentiamo spesso nuove collezioni di moda durante periodi strazianti e traumatici della storia”. Lo spettacolo va avanti, sì, ma questo non è prova dell'indifferenza della moda. Anzi.
“Non abbiamo il controllo – ha continuato Gigi – sulla maggior parte dei nostri impegni di lavoro, ma vorremmo camminare ‘per’ qualcosa”. Gigi continuerà anche a “sostenere coloro che vivono la stessa situazione in Palestina”. Invita a una fratellanza che coinvolga tutti, “al di là della razza, al di là della religione”, e si unisce ai cori per la pace: “Giù le mani dall’Ucraina. Giù le mani dalla Palestina. Pace. Pace. Pace”.
Vuoi dare un piccolo aiuto alle vittime di questa guerra? Ecco una lista di associazioni che stanno fornendo assistenza.