Tutti conoscono H&M, è tra i più noti brand operanti nel settore del fast fashion. Non tutti sanno, però, che l’azienda svedese di abbigliamento, da sempre, mette l’inclusione al primo posto. Perché “non è possibile liberare il potere della diversità senza l’inclusione”. Intesa, quest’ultima, come la volontà di nutrire attivamente una cultura basata su background ed esperienze differenti, affinché tutti provino un senso di appartenenza. Nell’arco del tempo e in tal senso, H&M ha messo in campo numerose iniziative. La più recente è il talk – il primo - Diversity is a fact. Inclusion is a choice. La diversità è un fatto, l’inclusione è una scelta.
Le diversità sono un’opportunità
Il talk lanciato da H&M si è tenuto lo scorso 28 novembre a Milano, presso il Volvo Studio. Insieme a Annie Wu, head of inclusion & diversity di H&M Group, sono salite sul palco rappresentanti di realtà anche molto distanti tra loro. Ma accomunate dallo stesso intento: promuovere il cambiamento a favore di una società in cui le diversità non siano viste più come un ostacolo, bensì come un’opportunità. Costruire legami e ponti su cui possano reggersi comunità che pensino e agiscano in modo responsabile.
A questa tavola rotonda sui temi inclusione e diversità, dunque, hanno partecipato anche Paola Profeta, pro-rettrice per Diversità, inclusione e sostenibilità presso l’Università Bocconi di Milano; Erika Fattori, responsabile brand&communication di Nexi, membro del direttivo Women&Tech ETS nonché promotrice di Women Empowerment Program, progetto ricorrente dell’associazione dal 2019; Francesca Vecchioni, presidente della Fondazione Divesity, in prima fila nell’opera di diffusione della cultura dell’inclusione.
Costruire una comunità per condividere idee
Annie Wu non ha dubbi: “Tutti abbiamo bisogno di esplorare modi inediti di agire per migliorare le nostre società”. Ma bisogna avere il coraggio di fare il primo passo e collaborare con altre realtà, “per creare un nuovo modo di pensare, partendo dal luogo di lavoro, in cui trascorriamo gran parte della giornata”.
“Il nostro desiderio più grande – ha fatto eco Francesca L’Abbate, sustainability manager di H&M Italia – è iniziare a costruire una comunità in cui persone provenienti da ambienti diversi possano condividere conoscenze e idee rispetto alle molteplici tematiche che ci stanno particolarmente a cuore”. Il punto di partenza è stata l’inclusione, appunto, perché “la consideriamo parte integrante del nostro dna aziendale”. L’auspicio è quello di proseguire con altri appuntamenti per “creare un circuito virtuoso con chi vorrà mettere al servizio di questa community la propria voce ed esperienza”.