Fashion culture

Chi era Bonnie Cashin, stilista e pioniera dell’abbigliamento sportivo

Bonnie Cashin
29-01-2022
Oggi la definiremmo una influencer perché è suo il merito di aver influenzato la moda presente e futura

Chiamarla solo stilista sarebbe riduttivo perché Bonnie Cashin è stata molto di più. E se fossero esistiti già i social network, quando nel suo laboratorio creava quei capi d’abbigliamento che avrebbero cambiato la storia della moda, siamo certe che avrebbe avuto milioni di follower. Perché nonostante l’assenza delle chat istantanee, di Instagram o di TikTok è riuscita a influenzare la sua generazione e quelle a venie.

Bonnie Cashin, infatti, è stata la pioniera dell’abbigliamento sportivo grazie alla creazione di capi d’abbigliamento semplici, ma estremamente innovativi destinati a donne libere e indipendenti, le stesse che rivendicavano il diritto di esserlo in una società che metteva ancora al centro di tutto l’uomo.

Bonnie Cashin, biografia di una rivoluzionaria

Nata il 28 settembre del 1908 a Oakland, Bonnie sembra trovarsi perfettamente a suo agio nel mondo dell’arte. Del resto suo padre era un fotografo e sua madre una sarta, nonché fondatrice di diversi negozi di abbigliamento destinati alla vendita di abiti su misura.

Così, ancora prima di scrivere, Bonnie sapeva già cucire, come dichiarò lei stessa in seguito in diverse interviste. Il suo destino era già scritto, così dopo la laurea si dedicò alla sua passione più grande.

Divenne la costumista dei ballerini del Roxy Theatre di New York. A quei tempi già tutto parlavano di lei come la stilista più giovane di Broadway

Il debutto nel mondo della moda

Notata da Carmel Snow, editore di  Harper's Bazaar, nel 1937 Bonnie Cashin viene messa in contatto con Louis Adler, produttore di abbigliamento sportivo che subito le offre un lavoro. Questo avrebbe significato per la giovane stilista abbandonare il mondo del teatro che le aveva dato una chance. E infatti in quel mondo ci ritorna più e più volte nel corso della sua carriera.

A Hollywood, la stilista, lavora per la 20th Century Fox occupandosi di creare i capi d’abbigliamento di circa 60 pellicole. In quegli anni, però, continua a lavorare per Adler e per lui disegna la prima collezione femminile.

In questa introduce elementi legati al settore industriale come le cerniere e le serrature a girello. Una vera rivoluzione a quei tempi accompagnata anche dal concetto di stratificazione che oggi conosciamo molto bene.

Per la prima volta gli abiti, che portano la firma di Bonnie, diventano versatili. Si possono adattare alle occasioni e alle temperature attraverso la personalizzazione. Questo gli permette di vincere il suo primo Coty Award.

Bonnie Cashin Design

Raggiunta la popolarità, la stilista fonda un marchio a suo nome, il Bonnie Cashin Designs. Tutti vogliono lavorare con lei, con la donna creativa che ha osato sovvertire le regole. Collabora con Hermès e Ballantyne e le viene affidato il compito di realizzare le divise delle assistenti di volo dell’American Airlines. Su tutte le etichette dei capi d’abbigliamento, anche delle altre marche, compare il suo nome.

Nel 1972 firma un altro progetto, il The Knittery. Con questo marchio la stilista propone Limited Collection di cappotti e maglioni fatti a mano.

Non solo moda

Anche se la moda ha ricoperto un ruolo fondamentale per la vita di Bonnie, la donna ha saputo ritagliarsi del tempo da dedicare anche agli altri. Nel 1979, infatti, ha fondato l’Innovative Design Foundation con l’obiettivo di promuovere designer emergenti nel settore dell’arredamento e della moda.

Le chiavi del suo prezioso e immenso archivio sono state date alla studiosa Stephanie Lake, sua cara amica, che ha curato la monografia della stilista dopo la sua morte.

Bonnie Cashin : la sua eredità

Affiancata sempre da sua madre, azionista della sua azienda e supporter, Bonnie ha continuato a lavorare per se stessa e gli altri. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale ha disegnato anche gli uniformi per le donne arruolate.

Ha continuato a lavorare fino al 1985 nel mondo della moda, per poi ritirarsi. Il suo archivio personale è stato consegnato alla sua morte, avvenuta nel 2000 a causa di complicazioni al cuore, alla sua amica, erede e biografa Stephanie Lake.

Nulla del grande e immenso lavoro di Bonnie Cashin è andato perduto, perché tutto quello che ha fatto in vita si è trasformato in un’eredità per il mondo intero dal quale stilisti e maison di moda hanno attinto negli anni per prendere ispirazioni. Suo è il merito di aver proposto un abbigliamento stratificato e versatile, in un’epoca in cui i couturier non facevano altro che produrre abiti per ogni momento della giornata.

Ancora suo il merito di aver introdotto dei dettagli sorprendenti che provenivano direttamente dal settore industriale, come l’ottone che serviva per creare dei piccoli anelli in grado di trasformare una gonna lunga, in corta, per esempio.

Ha anche sdoganato l’utilizzo della pelle come materiale da indossare in diverse occasioni. E con le sue creazioni iconiche, irriverenti e a volte sfrontate ha aperto la strada dello sportwear che più che una tendenza un vero e proprio caposaldo della moda maschile e femminile.

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