Fashion culture

Fashion therapy: fare shopping fa bene, lo dice la scienza

I rischi dello shopping compulsivo
Fare acquisti fashion aiuta a combattere ansia e depressione, migliora il rapporto con il proprio corpo e permette di vivere il "qui e ora", sgombrando la mente da pensieri logoranti.

Fare shopping fa bene. Non lo dice il commesso della boutique (per alleviare i tuoi sensi di colpa e magari farti spendere qualcosina in più), ma lo psicologo. L’atto di acquistare alcuni prodotti, specialmente in riferimento a determinate aree merceologiche, sarebbe addirittura in grado di alleviare sintomi di ansia e depressione. E tra i generi che più confortano l’anima c’è proprio “lei”: la moda.

La cosiddetta Fashion therapy è un approccio all’acquisto di abiti, accessori e scarpe meno frivolo di quello che potrebbe avere Carrie di Sex & The City ma ugualmente eccitante. Si tratta infatti di una terapia psicologica che attraverso la moda porta felicità, eccitazione e, contemporaneamente, permette di coltivare calma e serenità, migliorando sia gli stati depressivi sia quelli ansiosi.

Lo shopping ci fa vivere il presente

Molte persone provano una strana sensazione aprendo l'armadio. Indossare un certo abito, creare abbinamenti in previsione di una determinata occasione migliora i sentimenti che proviamo nei confronti di noi stessi.

E, udite udite, permette di ancorarsi maggiormente al presente, assaporando quell’hic et nunc - quel sacrosanto qui e ora - che ci sfugge di continuo rendendoci inappagati. Quindi carpe diem con lo shopping di moda! Chi l’avrebbe mai detto? Di certo noi donne (che in fondo lo sappiamo dai tempi di Eva).

Comprare rende la mente piacevolmente sgombra

Fare shopping fa bene. Entrare in boutique, cercare qualcosa da mettere per la cena con una nuova fiamma, lasciarsi consigliare dal personale del negozio e provare un po’ di outfit provoca mentalmente ciò che sortisce un viaggio. Hai mai notato che quando visiti una città nuova il tempo vola e la mente risulta piacevolmente sgombra? È perché non hai il cosiddetto “pilota automatico” inserito, quello che ci porta a compiere azioni in maniera meccanica perché siamo nella routine, nella nostra zona di comfort e conosciamo a memoria il copione.

Sembrerebbe una cosa buona (il pilota automatico di cui sopra) e invece è la causa principale dell’overthinking, quel pensare troppo che riempie la testa di ansie per il futuro e rammarico per il passato. Pilota automatico e overthinking sono gli acerrimi nemici del presente, quindi della felicità. Se non riusciamo ad ancorarci al presente (l’unica dimensione reale in cui possiamo vivere), ciao ciao vita felice.

Uscire dalla comfort zone è anche uscire dal solito guardaroba, esplorando nuove mete, nuovi look e guardarsi riflessi in uno specchio diverso da quello di camera nostra. Eppure la moda è anche intrinsecamente legata al futuro: stimolando l’affettività, facendo leva sulle aspettative, permette di sognare, desiderare e pregustare il futuro in maniera non ansiogena bensì eccitante!

La Fashion therapy fa bene alla body positivy

Anche sul fronte "body positivity" la Fashion therapy è un’arma eccezionale. Trovare un paio di jeans che valorizza la silhouette, entrare inaspettatamente in una taglia che credevamo relegata ai nostri cari vecchi diciott’anni, elaborare un nuovo stile che non pensavamo facesse per noi e invece…

Tutto questo aiuta a costruire un buon rapporto con il proprio corpo (una sfida che spesso è più ardua dell’avere un buon rapporto con il partner, non è vero?). L’importante è però non cadere in una delle più insidiose trappole dello shopping di moda e del fashion in generale: dobbiamo sentirci belle per noi stesse, non cercare l’approvazione nell/dell’occhio altrui.

Attenti allo shop-addiction

Fare shopping fa bene, ma vade retro shop-addiction! Acquistare capi e accessori dà gratificazione, addirittura una buona dose di compensazione affettiva che va però dosata. Il rischio di tramutarsi in "shopaholic", dipendenti dal clic sull’acquista (online e non), è sempre dietro l’angolo e va a cozzare con la Fashion therapy, ovviamente.

Quindi concediti pure delle belle sessioni di Fashion therapy e fai che il piacere che provi perduri. Riprova il capo “enne” volte, fotografalo, postalo su Instagram, condividilo con le amiche… Questi piccoli trick ti permetteranno di prolungare la curva della felicità.

Un piacere simile a quello del sesso

Esattamente come accade per il sesso, anche nello shopping moda si raggiunge un apice da cui lentamente poi si scende, arrivando a quella calma appagante tipica del post orgasmo.

Poi il desiderio torna, proprio come quello tra le lenzuola, e ci assale ancora la voglia irrefrenabile di gratificazione e piacere. Per tirare in ballo di nuovo Carrie di Sex&the City, “il viagra femminile esiste da diversi anni e si chiama shopping”!

Shopping compulsivo vs shopping costruttivo

Dunque c’è differenza tra lo "shop-addict" che compra compulsivamente per non stare male - ricavando dall’esperienza solamente una rapida illusione di benessere che subito si tramuta in un nuovo vuoto da riempire - e il compratore felice che trova un vero appagamento nell’acquisto.

Il primo tenta di colmare una mancanza mentre il secondo crea qualcosa, comunicando se stesso, la propria identità e il suo io interiore. Ti starai chiedendo “Ma davvero dietro a un po’ di shopping ci può essere tutto questo?” Ebbene sì, dillo pure a tuo marito.

Quanta magia si può celare dietro a un acquisto

Come sostiene Kit Yarrow, psicologa specializzata in Fashion therapy che insegna alla Golden Gate University di San Francisco, lo shopping è terapeutico in quanto aiuta a visualizzare il futuro e ci prepara ad affrontare momenti transitori, dal nuovo amore al cambio di lavoro. In più diventa veicolo di collegamento sociale, identità di gruppo, espressione di sé.

La Fashion therapy è diventata un concetto talmente assodato che esistono ormai molto “sportelli” di Fashion Coaching finalizzato alla moda terapeutica. Si tratta di figure di specialisti non solo del fashion ma anche del benessere psichico, esperti che riescono a coniugare lo stare bene fuori con lo stare bene dentro. 

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