"Non conosco chi ha inventato i tacchi, ma le donne gli devono molto": questa è una delle frasi pronunciate da Marilyn Monroe e rimaste bene impresse nella memoria collettiva. Marilyn adorava le scarpe coi tacchi, le considerava un’ineguagliabile arma di seduzione. E non possiamo che essere d’accordo con lei. Se hai anche tu il suo stesso dilemma, sappi che stai per fare diverse scoperte. Alcune delle quali davvero sorprendenti.
Le origini
Non abbiamo una data certa e neppure un nome preciso, ma una cosa è fuor di dubbio: le scarpe col tacco hanno origini molto, molto remote. Nell’antica Grecia le indossavano i protagonisti delle rappresentazioni teatrali, nell’antica Roma identificavano le meretrici. Anche gli egizi, come dimostrato da diverse pitture murali, realizzavano questo tipo di calzatura, che invece era una sorta di simbolo dei ceti sociali più elevati; lo portavano inoltre i macellai per evitare di sporcarsi col sangue degli animali morti.
Nel quattordicesimo secolo le scarpe coi tacchi si sono diffuse fra i cavalieri persiani, che così riuscivano a mantenere i piedi più saldi sulle staffe della sella. Qualche tempo dopo sono sbarcate in Europa, conquistando gli uomini aristocratici, che le elessero vessillo di potere. E le donne?
Il ruolo di Caterina de’ Medici
Secondo quanto tramandato dalla tradizione, fu Caterina de’ Medici una delle prime donne a indossare le scarpe coi tacchi. Anzi, diversi storici affermano che è stata la prima in assoluto. Si racconta che fosse molto a disagio per la differenza di statura fra lei e il marito, il duca d'Orléans Enrico – futuro Enrico II – e che quindi diede ordine ai calzolai di corte di realizzare un paio di calzature con tacco da 7 cm. Una svolta, per quei tempi.
Fra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento il suo esempio fu seguito da tutte le donne della nobiltà europea e ciò trova spiegazione non solo in una questione estetica ma anche nella volontà di “rubare” elementi tipici del guardaroba maschile.
Doveroso citare a questo punto anche le chopine, che possiamo definire antenate delle zeppe e si diffusero a Venezia: proteggevano gli abiti dall’acqua alta ma erano decisamente scomode, arrivavano a raggiungere addirittura i 50 cm (!). Ma a loro volta erano una testimonianza dello status sociale.
Dalla corte di Versailles a… Louboutin
Quando si parla di scarpe coi tacchi, non si può non tirare in ballo anche Luigi XIV, ergo il Re Sole. Ne era praticamente ossessionato, probabilmente perché la sua statura si assestava sui 163 cm, e arrivò a renderle obbligatorie per tutti i componenti della sua corte. Allo stesso tempo proibendole agli altri. Insomma, i privilegiati del Re dovevano distinguersi.
Sono diversi i ritratti in cui il sovrano di Francia appare con scarpe caratterizzate da un tacco di un acceso colore rosso; se già lo stai pensando, te lo confermiamo: pare sia stata proprio questa la fonte d’ispirazione per Christian Louboutin e le sue mitiche suole fiammanti.
La Grande Rinuncia Maschile (ma anche no!)
Quando gli uomini hanno detto addio ai tacchi? In realtà non si limitarono a quello: si parla di Grande Rinuncia Maschile per indicare quel periodo, immediatamente successivo alla Rivoluzione francese, in cui il loro modo di vestire cambiò radicalmente, diventando più sobrio e rigoroso. Via quindi non soltanto i tacchi, ma anche le camicie con le ruches, i cappelli con le piume e in generale tutti i “fronzoli”.
Contemporaneamente, invece, le scarpe coi tacchi diventarono comuni fra le donne: l’inizio ufficiale di una storia d’amore che non finirà mai. Certo, ormai da un po’ il popolo maschile è tornato a guardare con interesse alle calzature che regalano centimetri e slanciano. Ben venga!
Chi ha inventato i tacchi a spillo?
Sono in molti ad attribuire la paternità dei tacchi a spillo al maestro Roger Vivier, ma non è del tutto esatto. La questione è più complessa. Fino alla metà del Novecento i tacchi erano prodotti in legno; l’idea di renderli più alti e sottili c’era da un po’, ma non si trovava il modo di concretizzarla perché la materia prima si spezzava. Nel 1953 gli artigiani calzaturieri di Vigevano ebbero l’illuminazione: crearono dei tacchi sempre in legno, ma con la base di appoggio in alluminio. Voilà, problema risolto.
Nello stesso periodo Salvatore Ferragamo – dopo lunghi studi e numerose sperimentazioni - realizzò un tacco alto (10 cm) e affusolato con l’anima in acciaio, reso celebre proprio da Marilyn Monroe, e Vivier mise a punto il “tacco Aiguille” per la Maison Dior. Insomma, sostanzialmente c’è un pari merito.
Barbie debutta coi tacchi
Barbie è nata coi tacchi, nel vero senso della parola: la prima versione, risalente al 1959, indossava un costume da bagno a righe e mules nere piuttosto alte. Da allora, il tacco è diventato per lei un must. Fino al 2015, anno in cui la Mattel ha deciso di metterle ai piedi un paio di ballerine. Per poi arricchire il suo guardaroba con altre tipologie di scarpe basse.
Perché l’andatura è più sinuosa
I tacchi alti rendono l’andatura più sensuale e sinuosa, si sa. E c’è una spiegazione ben precisa: spostano il baricentro in avanti e caricano il peso del corpo sulla parte anteriore del piede, in particolare la punta. In altre parole, si assume una posizione innaturale e istintivamente si cerca di trovare un nuovo equilibrio.
Ecco perché la schiena s’inarca e i glutei appaiono più sporgenti; ecco perché, muovendosi, un po’ si… ondeggia. Ed ecco perché chi indossa troppo di frequente e a lungo i tacchi a spillo, rischia di ritrovarsi a fare i conti con problemi alla schiena e/o alle articolazioni. Mai esagerare!
Le Hangisi di Manolo Blahnik
Fra le scarpe più desiderate e note di sempre ci sono le Hangisi di Manolo Blahnik. Se sei una divoratrice di Sex&The City, le conosci perfettamente anche tu. Ma forse non sai che sono state lanciate con la collezione P/E 2008, vengono prodotte in Italia e sono disponibili in 7 altezze diverse. Per crearne soltanto un paio, il buon Manolo fa una selezione fra 100 materiali e colori diversi e 20 fibbie. Naturalmente tutte in cristalli Swarovski.
La musa di Jimmy Choo
Riconosci le belle gambe nella foto qui sotto? Sì, lo scatto è datato… Hai indovinato? Sono di Lady Diana. E quelle scarpe portano la firma di Jimmy Choo. La Principessa del Galles è stata fra i primi a intuire il grande talento del designer malese e ha notevolmente contribuito al suo successo. Jimmy, per lei, ha disegnato numerosi modelli. E lei li ha sfoggiati con la sua grazia indiscutibile, valorizzandoli al massimo: “La ringrazierò sempre per la grande opportunità che mi ha dato”.
Le incredibili Armadillo Shoes
Fra le scarpe più strane e originali di tutti i tempi ci sono indubbiamente le Armadillo Shoes, create da Alexander McQueen per la collezione P/E 2010, chiamata Plato’s Antlantis. Entrate nella storia della moda, sono la perfetta rappresentazione dell’estro innovatore dello stilista londinese. Che purtroppo morì suicida pochi mesi dopo quell’indimenticabile sfilata. Le Armadillo Shoes sono realizzate in legno e pitone, hanno un grosso tacco alto 30 cm. Ne esistono soltanto 21 paia in tutto il mondo. Lady Gaga le ha indossate nel video del singolo Bad Romance e in occasione degli MV Video Music Awards 2010.
Al 2015 risale un piccolo giallo: 3 paia di Armadillo Shoes sono state vendute all’asta da Christie’s, in quel di New York, per la bellezza di 295.000 dollari; la casa d’aste pensava di non andare oltre i 15.000 dollari, pensa un po’. Per qualche giorno l'identità dell'acquirente è rimasta ignota, poi è stata scoperta: si trattava di Taylor Kinney, allora fidanzato nonché promesso sposo della stessa Lady Gaga. L’anno dopo i due si sono lasciati, ma questa è un’altra storia.
Adesso vogliamo metterti alle prova: sai quali sono i modelli di scarpe diventati inossidabili icone?