Per fortuna si parla sempre più spesso e con crescente forza di inclusività e parità, non solo di genere. E c’è da sottolineare, una volta in più, il fondamentale ruolo della moda. Un ruolo che non coincide con le parole, bensì coi fatti. Con una concretezza che passa dalle passerelle e dagli obiettivi fotografici. Stiamo assistendo a una rivoluzione del concetto di “bello” che parte dall’universo fashion, appunto, per coinvolgere tutti. Trasmettendo valori chiave e anche un nuovo senso di sicurezza. “Bello” può essere chiunque, con buona pace – finalmente – di stereotipi e pregiudizi. Sono proprio le modelle e i modelli a meglio rappresentare questo cambiamento in atto. Persone trans, albini, fisici curvy, persone con disabilità oppure piuttosto avanti con gli anni: non importa. Non fa differenza. Perché la verità è che non c’è differenza rispetto agli altri. E una dimostrazione in più arriva dalle modelle con difetti fisici (presunti ovviamente), uniche e apparentemente imperfette, dominatrici delle nuove passerelle.
Che sono riuscite, cioè, a tramutare i loro cosiddetti difetti in punti di forza. Strumenti per arrivare al successo. E che stanno finalmente destrutturando il concetto di bellezza classica, un tassello alla volta, e rafforzando il concetto che il "bello" può avere molte forme e volti.
Per molte di loro non è stato affatto facile, ma grazie anche all’incontro con persone illuminate e a una grande determinazione ce l’hanno fatta. Ed è una grande cosa, questa. Forse stai pensando a Winnie Harlow, la top con la vitiligine; sì, ci riferiamo anche a lei. Ma non solo. Conosci queste altre modelle che il canone avrebbe definito "con difetti fisici"?
Molly Bair
Americana, classe 1997, alta ben 182 cm, da piccola Molly Bair si sentiva spesso chiamare Gremlin. Un nomignolo dovuto alle sue orecchie a sventola, alla bocca piccola e all’ingiù, ai lineamenti tutt’altro che regolari. Allo sguardo perennemente torvo. E la sua notevole altezza di certo non migliorava la situazione. Sono stati anni poco felici.
Un bel giorno, però, in un supermercato di New York, è stata notata da un agente. E la sua vita è cambiata drasticamente. Molly ha sfilato per molti big della moda tra cui Dior, Prada, Gucci, Balenciaga, Chanel, Marc Jacobs. E continua a essere molto richiesta. A dimostrazione del fatto che il fascino delle modelle con quelli che la società ha sempre chiamato "difetti fisici" è infinito. Perché unico!
Masha Tyelna
Tra le modelle "strane", dall'allure particolare, c'è anche Masha Tyelna. I suoi occhi sono stati ribattezzati cosmic eyes: azzurri, enormi, sembrano sempre spalancati. Oggi sono ciò che la rende unica, ma in passato ha sofferto non poco a causa del loro aspetto unico. L’hanno chiamata elfo, alieno, ET. Eppure, lei non ha mai smesso di coltivare il sogno di diventare modella.
Più di qualcuno le ha chiuso la porta, “bocciandola” ai casting; poi è arrivato chi ha invece saputo guadarla in modo diverso. Comprendendo a pieno la sua bellezza unconventional e le relative potenzialità. Masha – ucraina, nata nel 1990 - oggi lavora moltissimo e per i brand più quotati. E noi tifiamo per lei!
Julia Nobis
Naso molto importante e dalla forma imperfetta, tratti asimmetrici: sono le caratteristiche del volto di Julia Nobis, modella australiana che dei difetti fisici ha fatto un punto di forza. Le hanno creato dei complessi? Macchè. Julia si piace e piace agli altri. Ha debuttato nel 2009, a 27 anni, come testimonial di Calvin Klein.
Nel corso della sua carriera ha sfilato per marchi come Chanel, Burberry,Balenciaga, Dior, Valentino,Versace, Yves Saint Laurent (e l’elenco completo è molto più lungo). Ha posato per le riviste più prestigiose. Adesso ha rallentato per raggiungere il traguardo più importante, cioè diventare medico: “Fare la modella – ha detto - non è mai stato il mio obiettivo finale. L’ho fatto per pagarmi gli studi”.
Sophia Hadjipanteli
Quando si parla di modelle "con difetti fisici", non si può non citare anche lei: Sophia Hadjipanteli. Venticinque anni, originaria di Cipro, ha deciso di intraprendere una personale rivoluzione sdoganare il monociglio. Si identifica tra i rappresentanti della beauty diversity e ha scelto di fare del suo volto uno strumento di sensibilizzazione. Per far capire che tutte le donne sono belle, senza eccezioni. Belle e libere di essere se stesse.
Sophia ha persino creato un movimento social identificato dall’hashtag #UnibrowMovement: “Voglio incoraggiare la tolleranza degli altri, l’accettazione delle differenze e, soprattutto, l’orgoglio nei confronti di se stessi”. Per sottolineare ancora meglio il concetto Sophia, che è bionda naturale, ha reso scure le proprie sopracciglia.
Melanie Gaydos
"La modella più brutta del mondo": così alcuni hanno definito Melanie Gaydos. Ma la vera bruttezza sta nell’utilizzo di queste sprezzanti etichette. Melanie, americana, è nata nel 1990 con una rara malattia genetica, la displasia ectodermica. Che non solo ha ostacolato un regolare sviluppo del suo volto, ma è anche causa della sua alopecia e di svariati problemi ai denti.
Per diverso tempo ha indossato parrucche, poi ha smesso perché non le bastavano più i soldi e comunque non si riconosceva in quello stile. Trasferitasi a New York, si è iscritta alla scuola d’arte e cominciato a realizzare molti autoritratti. Che sono stati notati da un fotografo, amico di amici. Ecco, la sua carriera di modella è cominciata così. Ma la strada non è stata subito in discesa, anzi. Tanti “no”, tanto pregiudizio, consigli del tipo “cerca un’agenzia ‘alternativa’”. E più era difficile, più Melanie teneva duro. Alla fine, ha raggiunto la meta. E basta guadare gli scatti che circolano in rete per avere conferma della sua bellezza e della sua forza comunicativa.
Maeva Giani Marshall
La 27enne francese Maeva Giani Marshall ha il viso (splendido) letteralmente tempestato di lentiggini. Sono tante, tantissime. Ovunque: intorno agli occhi, sulle guance, sulle tempie. In realtà non sono normali lentiggini, ma il risultato di una violenta e permanente reazione allergica all’esposizione solare.
Quando Maeva ha debuttato come modella, in occasione della New York Fashion Week 2018, naturalmente non è passata inosservata. Ma lo stupore iniziale ha subito lasciato il posto all’ammirazione per la sua bellezza anticonvenzionale - che la accomuna alle altre modelle particolari - e così magnetica. Maeva ha trovato la sua strada e continua a raggiungere traguardi. E i numerosi rifiuti degli inizi sono ormai ricordi remoti.
Rain Dove
Un percorso complesso, quello di Rain Dove. Oggi è forse la modella agender più nota a livello internazionale, lavora sia per le campagne femminili che per quelle maschili. Un simbolo della parità di genere.
All’anagrafe è Danielle Rupert ma non si sente né uomo, né donna. Ha raggiunto una sua serenità, ha ben chiare la cause per cui lottare, però ha un passato assai tosto. L’infanzia e l’adolescenza sono state funestate dal bullismo; a 18 anni ha trovato il coraggio di confessare alla madre le sue difficoltà a identificarsi in un solo genere, ma non è stata affatto compresa. E neppure supportata.
Così se n’è andata di casa, e per 3 anni ha vissuto come una senzatetto: senza una fissa dimora, senza un lavoro stabile (a causa in primis del suo aspetto), con pochi soldi in tasca. Ha toccato il fondo, come dichiarato proprio da Rain. Poi, all’improvviso, uno scatto di dignità e amor proprio. Ha cominciato a proporsi come giardiniere, porta a porta, e stavolta non è andata affatto male. Ha guadagnato, preso in affitto un appartamento e raggiunto l'obiettivo di iscriversi al college.
Grazie a un'amica poi, ecco: la presentazione a un casting di Calvin Klein che rappresenterà la svolta. Incasellandola come uomo, viene assegnata alla sfilata per l'intimo maschile. E quando è apparsa in passerella col seno scoperto, la reazione è stata memorabile: alcuni hanno applaudito con entusiasmo, altri sono rimasti di sasso. Da quel giorno, però, Rain Dove non ha più smesso di collezionare ingaggi. Anche se la luce si alterna ancora al buio.