Ci risiamo: i riflettori della moda tornano tutti puntati sulla Milano Fashion Week, questa volta per la presentazione delle collezioni donna SS 2023. E diciamocelo, non stavamo più nella pelle!
Da oggi, 20 settembre, inizia infatti una 6 giorni di moda ed eventi che vedono un calendario fittissimo, carico di aspettative. Per dirla in parole povere: l’hype è davvero arrivato alle stelle! Cosa ci riserverà la prossima stagione estiva? Quali saranno i valori su cui punteranno big e nuove leve nei vari fashion show?
Ebbene, se anche tu sei curiosa di sapere tutto – ma proprio tutto tutto – sulla settimana della moda meneghina sei nel posto giusto. Segui il nostro diario della Milano Fashion Week SS 2023 dedicata alle collezioni donna e avrai semplicemente tutte le sfilate più belle a portata di mano!
Pronti, partenza, via!
Andiamo per ordine. Presentata da una conferenza stampa con il presidente di Camera Moda Carlo Capasa in prima linea e alla presenza del sindaco Sala, la sei giorni milanese, parte con il piede giusto e con le migliori premesse. Quelle di una Milano Fashion Week SS 2023 che nasce sotto l’astro di valori importanti e imprescindibili, quali l’inclusività e la sostenibilità, nonché nel segno di un impegno sempre maggiore al sostegno delle giovani promesse del settore. Indice di una moda sempre più attenta alla lettura di un mondo che sta cambiando e che, come tutta l’arte, sa tradurre le esigenze della società (anche) in messaggi fondamentali.
Appuntamento fissato per il 20 settembre alle 14.00 dunque, con Milano Moda Graduate. Da qui un walzer di appuntamenti spalmati sulla settimana, 210 in totale, tra cui spiccano ben 68 sfilate (quasi tutte fisiche) che non vediamo l’ora di ammirare.
Le sfilate più attese
In primis, i big. Tutti confermati i grandi, attesissimi, habitué della kermesse. Da Fendi a Gucci, passando per Max Mara, Prada, Bottega Veneta, Giorgio Armani e Dolce&Gabbana, l’asticella è come sempre davvero altissima.
Poi ci sono i bellissimi ritorni di fiamma. Torna infatti nel calendario milanese Salvatore Ferragamo, che sfila il 24 settembre con la collezione del nuovo direttore creativo Maximilian Davis. Ma non è tutto, perché tornano a calcare le passerelle milanesi anche Vivetta, Boss e Antonio Marras.
Occhi puntati poi sui debutti meneghini, emergenti e non, vedi quello di Bally e quello del progetto nuovo di zecca targato Stella Jean/WAMI, così come quello di Act n°1, nuovo progetto pupillo sostenuto da Pierpaolo Piccioli che ne ospiterà il fashion show sui canali ufficiali Valentino.
Infine non possiamo non menzionare le “candeline eccellenti” che si spegneranno proprio durante la Milano Fashion Week SS 2023: 70° anniversario per Moncler e 30° per Anteprima. Come festeggeranno le rispettive “cifre tonde”?
Dove vedere le sfilate?
Bene, ora che sappiamo “cosa” guardare non ci resta che capire “dove” andare a goderci lo spettacolo.
Parlavamo di inclusività come leitmotiv di questa edizione milenese della settimana della moda. Ebbene, l’inclusione non poteva che partire dal coinvolgimento del pubblico attraverso sfilate accessibili a tutti.
E quindi ecco comparire nel cuore della città un Led, posizionato sul Duomo, dove Urban Vision trasmetterà gli show. Non solo, resta aperto e accessibile al pubblico anche lo spazio dedicato al Fashion Hub, all’interno dell’ADI Design Museum.
Ultimo, ma ovviamente non per importanza, il web. Camera Moda infatti punta forte sulla rete e trasmetterà le sfilate sulla sua piattaforma ufficiale.
Insomma, pronta per un posto in prima fila?
Fendi
Il dove è l’archivio di Karl Lagerfeld, il quando la fine degli anni Novanta con tutto il minimalismo che li contraddistingue.
Alle 14:00 del 21 settembre, primo giorno dedicato ai fashion shows, va in scena Fendi. La nuova collezione firmata Kim Jones – direttore creativo della Maison romana – riprende infatti il lavoro di Lagerfeld. Ma ovviamente lo propone alla sua maniera. "Si tratta di continuità” spiega Jones “Mi interessa guardare alle cose che ha fatto Karl e vedere come possiamo svilupparle, sia visivamente sia tecnicamente".
In passerella troviamo dunque tagli sporty, lineari, geometrie nette, il tutto sottolineato da colori basici come i greige o i brownies, che si accendono di flash cromatici come il verde lime o il rosa elettrico.
Jones fonde e stratifica sapientemente minimalismo e tagli tubolari, intrecci, raso e trasparenze, intervallandoli al jersey di nylon, ai kimono, ai cargo, alle cinture obi e alle zeppe formato maxi proposte come alternativa al tacco. Il messaggio? Un gioco di contrasti che vuole ribadire l’importanza della funzionalità nel lusso.
Nota a margine per le it-bags, che sposano in pieno il concetto di fusione e che si esprimono nella combo tra rigido e morbido. A fianco della neo-venticinquenne Baguette – festeggiata appena quindici giorni fa a New York – si affianca infatti la Peekaboo tagliata a metà. Decisamente un pezzo chiave della collezione.
Alberta Ferretti
La prima giornata dedicata alle sfilate di questa Milano Fashion Week SS 2023 prosegue. È la volta di Alberta Ferretti che ci porta in un viaggio fluido, fatto per cittadine globali, capaci di spostarsi con leggerezza nella natura come nel caos metropolitano. È così che la stilista descrive il concept che caratterizza la sua nuova collezione. In passerella, dunque, sfila un abbigliamento perfetto da portare in un viaggio ideale. Versatile, eclettico, pratico. Ma che, come da cifra stilistica della designer, non dimentica sensualità e femminilità.
Come nel migliore dei bagagli (e dei viaggi) il bello sta nel mescolare, perché si prende ciò di cui si dispone e lo si reinventa. Perché il bello sta nel giocare e nel creare una valigia fluida quanto basta. Dailywear e abbigliamento serale, sportivo ed elegante, maschile e femminile. Tutto si fonde.
Le consistenze sono leggere, impalpabili. I colori mutevoli, dai toni base dell’avorio e del tabacco si passa a nuances piene, come l’ametista, il turchese e l’arancio. I pezzi chiave vanno dalle tute, ai gillet, alle borse in rafia e dai baseball ai bucket hat. Che cedono il passo ad abiti in chiffon, a dettagli in rete, top in macramè, gonne mini e dress in seta dall’allure leggiadra.
N.21
Alla Milano Fashion Week SS 2023, Alessandro Dell’Acqua ci presenta una collezione N.21 che punta forte sul glamour, riletto in chiave altamente contemporanea. Tempo presente, insomma, nella proposta di uno scintillio rivisitato e condito con un pizzico di rock’n’roll.
Sulla passerella, all’interno di Garage 21, sfila un remix di materiali e di elementi differenti. Accenni floreali, lustrini, trasparenze e finiture glossy si alternano tra loro, stratificandosi con straordinaria armonia. Ancora layering insomma, ma questa volta la lettura è più audace.
I corpi si mostrano con orgoglio e svettano leggiadri, si svelano senza timori, attraverso giochi see through di abiti velatissimi che lasciano la lingerie in primo piano oppure grazie a capi appena scostati da cui sbuca maliziosa una bralette.
Paillettes su tubini sinuosi senza spalline si alternano a pezzi impalabili che paiono rubati allo sleepwear più sensuale, a culotte in raso e ad applicazioni di piume e fiori su accessori e capispalla. Il bossy si fa glam e gioca con scintillio e velature. Il daily sposa un color block perfettamente campionato su toni pieni che si intervallano al neutro. Le pencil skirt trionfano. E così via, in un walzer perfetto in cui tutto si fonde in modo liquido, senza fatica alcuna.
Max Mara
Secondo giorno di Milano Fashion Week SS 2023. Entra in scena la primavera-estate à la manière de Ian Griffith.
Il direttore creativo di Max Mara si è lasciato ispirare dalla riviera francese degli anni ’30 e dall’eleganza delle donne che la popolavano. Muse come Zelda Fitzgerald e Dorothy Parker. Poteva dunque non essere il minimalismo più chic e solenne il leitmotiv di questa collezione?
Le geometrie dei capi sono precise, rispettosamente coerenti con le icone a cui si ispirano. Il tessuto dominante è il lino utilizzato in chiave naturale. La tavolozza composta da colori principalmente neutri, intervallati da tinte pastello dall’aria freschissima.
In generale tagli, fitting e silhouette proposte non vengono stravolte rispetto alla tradizione: blazer maschili, crop top a fascia, pantaloni ampissimi, gonne sinuose, maxi cappelli, fanno tutti la loro comparsa. E persino il classico coat, marchio di fabbrica della maison, rivive per l’estate in versione alleggerita: si appoggia sulle spalle con simulata casualità e si porta come una vestaglia deluxe. Tutto sobrio, elegante e misurato insomma.
Ed è qui che viene il bello. Sono le combo a svelare contrasti inediti e assolutamente perfetti; tra maxi e micro, pieno e vuoto. Sono i centimetri di corpo scoperto a rivelare una rinnovata sensualità, misurata ma irresistibile. È l’approccio allo styling, che fa la differenza.
Prada
Il mondo in questo momento è complicato, caotico. Troppo.
Che la moda ci salvi - o comunque si salvi - da tutto questo eccesso di cui ormai la Società sembra essere facile preda. A dircelo sono Miuccia Prada e Raf Simons, con una sfilata che fa della semplicità “ordinata” quasi un gesto politico.
Ma attenzione: l’assenza di complicazioni sulla passerella non è qualcosa di studiato, manipolato, artificioso. Miuccia e Raf ci presentano un minimalismo pulito, che però porta con sé tutti quei piccoli dettagli spontanei che altro non sono che puro istinto. In un mondo che sembra voler aggiungere continuamente (colori, accessori, elementi), Prada ragiona per sottrazione. Portando sulla catwalk una collezione che ci riporta a un’estetica essenziale per una moda che sappia centrare l’utilità della sua funzione. Seppur mantenendo l’aspetto fatalista e non controllabile che fa parte dell’arte e della vita. La spontaneità, appunto.
Ed è così che tra il rigore e la pulizia di tute worker grigie, giubbotti in pelle e tailleur dal taglio squadrato, spuntano il tulle e le trasparenze di abiti delicati con il triangolo del brand che diviene ricamo, sbocciano sporadici fiori colorati (in formato maxi oppure applicati), fanno capolino strascichi inaspettati e pieghe casuali.
Tornano le Mary Jane anni 2000 con suola rinforzata come caposaldo della scarpiera primaverile, così come le borse shopper da portare rigorosamente sotto il braccio. E le pencil skirt aperte da spacchi che svelano tessuti che si muovono fluidi la fanno da padrone, tra camicie che si trasformano in funzionali tute intere e coat rigorosi.
Gucci
Terzo giorno della Milano Fashion Week SS 2023. Siamo sulla passerella di Alessandro Michele e più di qualcuno inizia a pensare di vederci doppio. Nonostante il tema della sfilata fosse infatti ampiamente dichiarato nel titolo, Gucci Twinsburg, nessuno si aspettava ciò che stava per accadere in passerella.
I modelli cominciano a sfilare, soli, nel modo più ordinario possibile. Poi - d’improvviso - un muro si alza e una scena speculare si palesa sul lato opposto: non è chiaro se si tratti di uno specchio, di un effetto visivo basato sulla simmetria. Ma l’arcano si svela presto. I modelli sono in realtà 68 coppie di gemelli perfettamente identici tra loro.
Alessandro Michele ci presenta una narrazione potentissima, che sembra chiudere un tema che lo stesso direttore creativo sviluppa da che si trova alla guida di Gucci: quello dell’individualità.
Chi siamo noi? Siamo anche “l’altro”, la nostra metà mancante. Siamo tutto ciò che ci rispecchia di più, ma anche l’esatto opposto. Siamo il nostro fratello.
Michele, in pratica, parte dall’autobiografismo e ci svela un pezzetto della sua storia personale - dedicando la sfilata alle sue “mamme gemelle”, identiche ma differenti - per arrivare a una riflessione sull’identità che ha dello straordinario.
Gli abiti? Un inno alla pluralità culturale, alla fusione di elementi opposti ma complementari. Paillettes, kimono, blazer XXL, coord dallo spirito anni ’70. Ma anche giarrettiera-pants, iconici gioielli da viso e borse omaggio a Gizmo dei Gremlins.
Ma quale significato hanno gli abiti proposti in modo sdoppiato? Lo stesso Michele offre un punto di vista completamente nuovo: “Come per magia, i vestiti si duplicano. Sembrano perdere il loro status di singolarità. L’effetto è alienante e ambiguo. Quasi una spaccatura nell’idea di identità, e poi, la rivelazione: gli stessi abiti emanano qualità diverse su corpi apparentemente identici.”.
Versace
Sarà che lo stile barbiecore è sempre più sotto i riflettori. Sarà che non è Versace se non c’è qualche colpo di scena. Fatto sta che – per raccontare lo show di nostra signora Donatella – non possiamo che partire dal gran finale.
A sorpresa arriva infatti Paris Hilton, special guest della sfilata, che - come una perfetta Barbie contemporanea in total pink con velo da sposa – calca la passerella con passo sensuale e fiero lasciando il pubblico a bocca aperta. Il look è un chiaro omaggio alla campagna Atelier Versace del 1995, ai tempi indossato da Madonna.
In molte sono in realtà le interpreti eccellenti (da Gigi Hadid a Emrata) di questa collezione Versace che si snoda tra ribellione e sensualità. Tra potere e femminilità. Tra dark e barbiecore, appunto.
Corsetti, borchie e tacchi a spillo sfilano insieme a long e midi dresses, mini skirt, pattern floreali, coat sartoriali portati con cargo pants in satin e trench in pelle. E poi ci sono i dettagli gioiello, le frange, i lacci e tutti quegli elementi opulenti tipici dell’estetica della Maison. Un omaggio alla donna diva, alla donna Versace.
Dolce & Gabbana
Il 24 settembre si apre sotto il segno di Kim Kardashian, attesissima superospite di Domenico Dolce e Stefano Gabbana per uno show che non dimenticheremo facilmente.
E quindi “Ciao Kim!” – questo il titolo della sfilata del duo più iconico della moda italica – e benvenuta nel Belpaese! Sì, perché proprio all’italianità della Maison e alla dolce vita è dedicata la nuova collezione firmata Dolce & Gabbana, con un’operazione d’archivio da cui sono stati ripescati alcuni tra i pezzi più celebri del brand, per riedizioni assolutamente inedite di look indossati da muse come Monica Bellucci e Madonna. I modelli sono stati scelti accuratamente tra il lavoro svolto nella forbice temporale 1987-2007, da Kim in persona.
Con Kardashian in passerella, sullo sfondo in un video prima e fisicamente poi, il divismo arriva forte e chiaro come una lezione che chiunque faccia questo mestiere dovrebbe imparare. Ma soprattutto come uno spettacolo particolarmente bello e scintillante da godersi.
Il corsetto torna centralissimo del mondo Dolce & Gabbana, base in continuo mutamento. Dall’abito bustier, al body in cristalli, al crop top, il key piece è praticamente ovunque. Ed è bellissimo rivivere gli antichi fasti di una delle maison più sfavillanti di sempre.
Bottega Veneta
Bottega Veneta parte dalla location.
Gaetano Pesce, artista e designer italiano, firma le sedie del parterre dello show e progetta sedute uniche, tutte differenti tra loro, per accogliere gli ospiti della sfilata. Il motivo è presto spiegato: si tratta di celebrare diversità e unicità, temi particolarmente importanti in questa Milano Fashion Week SS 2023.
Ma veniamo alla moda. Il direttore creativo del marchio Matthieu Blazy punta ancora sull’eleganza e sulla qualità dell’artigianato Made in Italy, ma anche sulla praticità di ciò che si indossa.
Lo show inizia e – sorpresa – ad aprire le danze è Kate Moss, con look composto da jeans, tank top e overshirt a fantasia check. E la collezione intera, in effetti, punta sull’essenziale, giocato tra tagli eleganti e materiali di qualità.
La pelle, in primis, trionfa e viene avvistata su midi dresses, gonne portafoglio e trench. Poi via libera al blazer nel guardaroba, che per Bottega Veneta si porta con bavero alzato e lungo, a mo’ di vestito.
Per la sera gli abiti si accendono anche di nuances inaspettate e si adornano di piume e applicazioni tanto chic quanto cool. E poi ovviamente ci sono gli accessori, per il brand tutt’altro che secondari. Gli stivali sono alti, in pelle o trasparenti e abbinati a mini bags sfiziosissime, mentre gli iconici intrecci sono sia sulle it-bags che sulle favolose mules.
Giorgio Armani
Chiudiamo questa rassegna sulle sfilate più belle della Milano Fashion Week SS 2023 con il Re indiscusso della moda, italiana e non. Parliamo ovviamente di Giorgio Armani, che sale in cattedra con una collezione ricca di nuove imperdibili lezioni di stile, il suo. Sì perché ci troviamo davanti a creazioni estremamente coerenti con quella che da sempre è l’estetica Armani, ovvero ciò che senza mezze misure possiamo definire una vera “cifra stilistica”. Nessun facile ammiccamento alla Gen-Z, niente manipolazione di trend freschi di successo insomma. Il Re resta fedele a sé stesso.
Ma veniamo a quello che dobbiamo assolutamente portare a casa da questa sfilata. Innanzitutto il cambio di prospettiva. Ci sono certi capi iconici che da sempre vivono in mood ormai fin troppo definiti. Ma Giorgio Armani ci dimostra che, come sempre, basta saper interpretare (e avere gusto) per dare nuova vita a qualcosa che ci pare scontato.
Prendiamo il tank top, che per Armani si libera del touch sporty per divenire elemento elegante nel look. Stessa sorte per le frange, che si trasformano in dettagli gioiello trascendendo completamente le origini country o biker. E per la rete, che scintilla in look casual chic.
E poi c’è l’atra importante lezione: quella della grazia che sa fondersi con la concretezza, l’eleganza dettata da un certo tipo di ideale ed estetica femminile. Ed è l’utilizzo dell’oro (la collezione si chiama per l’appunto Fil D’Or) a mostrarci definitivamente cosa significhi tutto questo. L’elemento dorato infatti si libera di ogni opulenza, del suo peso specifico, e viene riproposto in trasparenze leggere quale rappresentante luminoso e raggiante di un nuovo nude look dalla cifra elegantissima. A guardarlo, in effetti, si capisce immediatamente che non potrebbe essere altro che Armani.