Fashion culture

Direttori creativi e brand: quello strano e inarrestabile turn over  

Direttori creativi
26-05-2023
A pochi mesi dal suo ingaggio, Ludovic de Saint Sernin lascia Ann Demeulemeester. Ed è solo l'ultimo dei tanti "divorzi" eccellenti che stanno scuotendo l'industria moda.

La notizia è freschissima: dopo una sola stagione, termina il sodalizio tra Ludovic de Saint Sernin – noto per la sua moda provocatoria e fluida – e la label d’avanguardia belga Ann Demeulemeester. Il giovane stilista avrebbe dovuto rivoluzionarlo il marchio in questione: "Sensualità, tensione, silhouette, fluidità, natura selvaggia e un tocco grafico sono i pilastri che definiscono il linguaggio che Ludovic de Saint Sernin sta costruendo per tracciare il nuovo corso di Ann Demeulemeester", si legge nel comunicato che lo scorso dicembre ha ufficializzato il suo ingaggio come direttore creativo. Ma qualcosa è andato storto. E sta succedendo con un bel po’ di direttori creativi, da qualche tempo a questa parte.

In realtà, la prima sfilata di de Saint Sernin – alla Paris Fashion Week dello scorso marzo - è piaciuta a molti. È sembrato che avesse trovato la chiave giusta per rinnovare i codici gotico-romantici di Demeulemeester. Tuttavia pare che Claudio Antonioli, attuale proprietario del brand, non sia rimasto del tutto soddisfatto. D’altra parte non sappiamo se il creativo sia stato licenziato o se abbia lasciato l’incarico di sua sponte. Una cosa è certa: in ordine di tempo (e per il momento), è solo l’ultimo dei tanti direttori creativi che si stanno avvicendando nell’universo fashion con una velocità che fa parecchio riflettere.

Direttori creativi
Fall 2023 Ann Demeulemeester by Ludovic de Saint Sernin

Chi se n’è andato

Più di qualcuno l’ha definito “il valzer dei direttori creativi”. Perché questo via vai, in effetti, è strano. Insolito. Il ciclo vitale degli stilisti arruolati dai vari brand si sta accorciando nettamente; se prima un decennio era la normalità, adesso questo stesso lasso di tempo pare un’utopia. Tra i recenti addii, a fare più scalpore è stato quello di Alessandro Michele: nessuno si aspettava che terminasse il prolifico sodalizio con Gucci. Ma mettiamo a fuoco gli altri.

  • Maggio 2023: Rhuigi Villaseñor lascia Bally a poco più di un anno dalla sua nomina.
  • Aprile 2023: Charles de Vilmorin si separa da Rochas dopo circa due anni.
  • Aprile 2023: Jeremy Scott saluta Moschino dopo un decennio insieme.
  • Aprile 2023: Bruno Sialelli rompe con Lanvin dopo quattro anni.
  • Marzo 2023: Il duo creativo Serhat Işık e Benjamin A. Huseby fuori da Trussardi dopo due anni.
  • Settembre 2022: Riccardo Tisci lascia Burberry dopo cinque anni.
  • Novembre 2021: Daniel Lee divorzia da Bottega Veneta dopo tre anni.
  • Dicembre 202: Natacha Ramsay-Levi lascia Chloé dopo quattro anni.
  • Aprile 2020: Clare Waight Keller dice addio a Givenchy dopo tre anni.

Schematizzare fa effetto. Sì, decisamente c’è fermento nell'universo fashion. Anzi: una certa irrequietezza.

Direttori creativi
Jeremy Scott

… E chi è arrivato

Chi va ma anche chi viene, appunto. Gli addii sono compensati anche dai benvenuti (che però bisogna vedere quanto dureranno, a questo punto).

  • Febbraio 2020: Raf Simons diventa co-direttore creativo di Prada
  • Giugno 2020: Matthew Williams nominato direttore creativo di Givenchy.
  • Settembre 2020: Kim Jones nuovo direttore creativo delle collezioni Donna di Fendi.
  • Ottobre 2020: Glenn Martens nuovo direttore creativo di Diesel.
  • Ottobre 2020: Fausto Puglisi ingaggiato da Roberto Cavalli.
  • Dicembre 2020: Gabriela Hearst scelta come direttore creativo di Chloè.
  • Marzo 2022: Filippo Grazioli scelto da Missoni.
  • Maggio 2022: Marco De Vincenzo nuovo director di Etro.
  • Maggio 2022: Maximilian Davis entra nella maison Salvatore Ferragamo.
  • Maggio 2022: Ibrahim Kamara nuovo Art & Image director di Off-White.
  • Febbraio 2023: Pharrell Williams per Louis Vuitton Uomo.

Poi la notizia bomba, ancora in attesa di conferma ufficiale: Alessandro Michele potrebbe andare al timone del marchio Walter Albini, in fase di rilancio.

Direttori creativi
Pharrell Williams

Le ragioni di questi frequenti cambiamenti

Vien da chiedersi perché i brand tendano a cambiare così spesso i direttori creativi. Alla base c’è il desiderio di trovare nuovi input, di rinnovare costantemente l’estetica del marchio senza però tradirne l’heritage. Di stare al passo coi tempi o, meglio ancora, anticiparli. Però no: se le cose non funzionano, non è solo una questione di talento o di feeling tra i direttori e i vertici delle maison.

La misura del successo passa anche attraverso altri strumenti di valutazione. Cosa fa il direttore creativo di una casa di moda, oggi? La figura ideale non è soltanto artistica, come qualcuno potrebbe pensare. Tanto per cominciare, ha un seguito degno di nota; in riferimento soprattutto ai social, ovvio. Diciamo che è anche una sorta di influencer. In secondo luogo, ha un’immagine che affascina. È un ottimo comunicatore e vanta una rete di contatti invidiabile, che comprende anche un nutrito esercito di celebs. Conosce tutte le dinamiche dell’industria moda e sa come muoversi al suo interno.  

C’è da aggiungere che il consumatore finale è perennemente assetato di novità, per cui il rischio che si stanchi presto della visione di un designer è fin troppo concreto. Alla luce di tutto ciò, diventa più chiaro comprendere quanto sia difficile trovare la persona giusta. Avanti un altro.

Direttori creativi
Charles de Vilmorin
Riproduzione riservata