Il countdown è cominciato: martedì 7 febbraio 2023 prenderà il via la 73esima edizione del Festival di Sanremo. E nonostante ormai più di qualcuno consideri la kermesse come “superata”, la verità è che ancora inchioda milioni di italiani davanti alla tv. Fa parte della tradizione nostrana come la pizza, il caffè, il pranzo della domenica. Perché Sanremo è Sanremo, inossidabile. Quindi staremo come sempre lì - sul divano, ovvio - a dare voti, scambiare pareri, indossando i panni di giudici anche implacabili. Giudicheremo le canzoni, ovvio. Il ritmo delle varie serate. Ma anche, forse soprattutto, gli abiti. Pronti ad annuire con ammirazione o stroncarli senza pietà.
Ed è proprio per questo ruolo di primo piano che ha la moda che non si può parlare del Festival di Sanremo senza rivisitare i suoi look più iconici, quelli che hanno fatto la storia del costume di casa nostra.
L'importanza degli abiti sul palco di Sanremo
I look di Sanremo hanno sempre un ruolo di primo piano. Non la medesima importanza delle ugole e dei gorgheggi, ma insomma siamo lì. Lo testimonia il fatto che tutti - dagli artisti in gara ai conduttori, passando per gli ospiti - scelgono con il massimo impegno la propria mise, affidandosi ai brand più prestigiosi oppure ai nuovi astri più promettenti. Per non parlare della rilevanza, oggi, del ruolo degli stylist. Più di una volta, proprio da quel palco, sono state lanciate nuove tendenze o provocazioni.
Il Festival di Sanremo 2023 stuzzica parecchio la curiosità. Amadeus ha scelto di aver al proprio fianco non solo il mitico Gianni Morandi, ma anche 4 co-conduttrici: Chiara Ferragni, Francesca Fagnani, Paola Egonu e Chiara Francini. Sul palco, tra gli altri, vedremo vere e proprie icone come Anna Oxa e altri big che sanno catturare l’attenzione anche per il loro modo di vestire: pensiamo a Elodie, Levante, Paola e Chiara.
Per ingannare l’attesa, che ne dici di un ripasso relativo proprio agli outfit che hanno accompagnato la storia del Festival?
Anni '50
All’inizio erano pochi concorrenti, sì. Ma subito è apparso chiaro che il Festival di Sanremo sarebbe stato anche un fenomeno di costume e che la moda avrebbe avuto un valore tutt’altro che secondario. Il lungo abito bianco generosamente arricchito da ricami in pizzo e paillettes, indossato da Nilla Pizzi nell’edizione numero uno (anno 1951), divenne immediatamente un modello da copiare. Stessa cosa dicasi per il long dress portato in scena nel 1952: nero, con scollo a cuore, gonna vaporosa e applicazioni in strass.
Molto apprezzati anche il vestito con scollo a barchetta e gonna a campana sfoggiato da Carla Boni nel ’57 e i look di Marisa Allasio e Fiorella Mari, che in quello stesso anno affiancarono Nunzio Filogamo nella conduzione. Le più raffinate declinazioni dello stile anni ’50 trovarono sul palco del Casinò di Sanremo una vetrina perfetta; l’immagine era quella di una donna romantica, dalle forme morbide e dalla vita stretta, amante dei tessuti preziosi e attenta a ogni dettaglio.
Non tutti sanno, però, che per alcuni anni furono gli organizzatori della kermesse a scegliere gli outfit degli artisti in gara. E nella maggior parte dei casi si è trattato di creazioni delle sorelle Fontana.
Anni '60
A partire dal 1960, ogni artista in gara al Festival di Sanremo ha potuto scegliere autonomamente i propri outfit. E in quel decennio se ne sono viste delle belle, nel senso letterale dell’espressione. Da una parte c’erano personaggi che hanno continuato a scegliere la strada dell’eleganza e della ricercatezza: si dice che Jula de Palma e Nilla Pizzi sono arrivate a spendere rispettivamente un milione di lire per i loro abiti.
Dall’altra c’erano invece le cantanti amanti dei look classici, ma più semplici: Milva, Gigliola Cinquetti, Iva Zanicchi, Ornella Vanoni, anche Romina Power. Il bon ton, insomma, è rimasto una linea guida. Non è mancato, però, chi ha optato per mise perfettamente in linea con lo stile dell’epoca, che rispecchiavano un sempre più forte bisogno di emancipazione da parte delle donne. Nada, per esempio, è apparsa sul palcoscenico con un candido mini dress con maniche svasate e fantasie floreali: evidente il mood hippie.
Una vera outsider è stata Mina, che nel 1961 si è presentata con un vestito in chiffon (realizzato dalla sua sarta di fiducia) con scollo rotondo e gonna a corolla, ben stretto in vita. E, soprattutto, a pois blu di differenti dimensioni. Portava il brano Mille bolle blu, una scelta… intonata.
Anni '70
Gli anni ’70 hanno rappresentato una fase di passaggio nella storia dei look sanremesi. Era l’epoca dei pantaloni a zampa, delle minigonne, degli zatteroni. Ed è stato anche il periodo in cui fra i concorrenti hanno fatto la loro comparsa artiste che successivamente, con il loro stile, sarebbero diventate delle influencer, per dirla a modo nostro: capofila Patty Pravo e Donatella Rettore.
Però ecco, sussisteva più di qualche remora. Il Festival di Sanremo, da questo punto di vista, metteva ancora in soggezione. Così, anche le concorrenti dall’animo più fashion hanno optato per la prudenza e il low profil. Vero anche che sono apparsi gradualmente look più vivaci e colorati: pensiamo all’abito a fiori e con maniche a sbuffo indossato da Angela Brambati e Marina Occhiena dei Ricchi e poveri, nel 1970; al top cropped con frange scelto da Claudia Mori; al look da tom boy di Anna Oxa, con tanto di cravatta.
Doveroso ricordare che proprio gli anni ’70 sono coincisi con un declino del Festival, che si è tradotto – tra l’altro - in numerose polemiche, in un clamoroso calo dei dischi venduti, in disaccordi fra il Comune di Sanremo e le case discografiche. Ma fu solo una parentesi, anzi: il boom, in senso positivo, era dietro l’angolo.
Anni '80
Poi sono arrivati i ruggenti anni ’80, e la stella di Sanremo è tornata a brillare più che mai. Grandi nomi si sono alternati sul palcoscenico del Teatro Ariston, che dal ’77 ha sostituito il Casinò come location ufficiale. Ed è stato un susseguirsi di look di ogni genere: grintosi o romantici, eleganti o più casual. In alcuni casi, anche teatrali. Soffermandosi su quest’ultimo aggettivo, è impossibile non pensare a Patty Pravo. Che nel 1984 ha lasciato tutti a bocca aperta indossando un abito in oroton (una leggera maglia metallica) creato da Gianni Versace e sfoggiando anche un’acconciatura da geisha. E poi, un ventaglio fra le mani. La sua canzone? Per una bambola, ovviamente.
Di tutt’altro genere le scelte di Romina Power: nell’82, per esempio, ha interpretato Felicità con l’allora consorte Al Bano e per l’occasione scelto un candido abito meringa – come l’hanno ribattezzato in molti – che la faceva sembrare la più dolce delle principesse. Non dimenticheremo mai la tutina rossa second skin di Anna Oxa, ma neanche il tubino nero in pvc con borchie e pancione finto annesso, firmato sempre da Versace e indossato nel 1986 da Loredana Bertè. In realtà, non è stato un grande successo, anzi: “Volevo richiamare – ha spiegato poi la Bertè – una donna al massimo della sua realizzazione, ma sono stata fraintesa”.
Nello stesso anno Donatella Rettore è sembrata lì lì per prendere il volo, e non è un modo di dire: ci riferiamo al lungo abito bianco dotato di due grandi ali rigide in plastica, nere e bianche, che ha catalizzato subito l’attenzione generale.
Fra i look iconici del Festival di Sanremo merita un posto anche il lungo abito a pois senza spalline disegnato da Giorgio Armani per Mia Martini, che nel 1989 si è esibita al Festival con Almeno tu nell’universo.
Anni '90
Dici Sanremo anni ‘90 e davanti agli occhi appaiono di nuovo i look di Anna Oxa: l’abito lungo, in maglia metallica, con profonda scollatura e bretelle, opera di Gianni Versace (per la cronaca, sempre lui curò gli outfit delle “vallette” Claudia Koll, nel 1995, ed Eva Herzigova, nel 1998); i pantaloni larghi a vita bassa da cui occhieggiava malizioso un tanga nero.
Ma questo è anche il decennio in cui ha debuttato – nel ’93, per l’esattezza - una timida Laura Pausini, con le sue giacche navy rigorose e al contempo un po’ ironiche: quella blu era firmata Byblos. È il decennio in cui è arrivata la coppia Sabrina Salerno-Jo Squillo a cantare “Siamo donne, oltre le gambe c’è di più”. Sabrina esplosiva con un bikini dorato, l’unico visto in tutta la storia del Festival, e Jo con un mini abito stretch color fucsia.
E poi il tailleur bianco con pois neri di Giorgia, l’altrettanto candido mini dress minimalista e dall’impronta retrò scelto da Syria, i pantaloni in pelle nera di Carmen Consoli. E a proposito di nero, impossibile non ricordare il long dress di Valentino in velluto, seta e tulle, con scollo a V e profili avorio, indossato da Lorella Cuccarini – spalla di Pippo Baudo - nel 1993. Qualche anno dopo, ovvero nel 2001, Julia Roberts ha scelto lo stesso abito per ritirare l’Oscar come Migliore Attrice.
Anni 2000
L’abito rosa disegnato da Gai Mattiolo per Antonella Clerici, conduttrice dell’edizione 20025: oltre centomila metri di organza di tulle e migliaia di cristalli Swarovsky (poi venduto all’asta per 26.250 euro, somma devoluta al progetto Avamposto 55 per aiutare le popolazioni del Darfur). Sì, probabilmente è lui il più noto tra quelli visti sul palco dell’Ariston nel decennio che va dal 2000 al 2010.
Ma ci sono altri outfit che hanno caratterizzato il lato fashion della kermesse: i total look Dolce&Gabbana di Paola e Chiara, casual chic, a base di denim+strass e camicette trasparenti; il long dress monospalla Gucci scelto da Giorgia nel 2008, nero con fodera interna in tessuto giallo; l’abito oro a sirena indossato sempre nel 2008 da Lola Ponce, vincitrice insieme a Giò di Tonno con il brano Colpo di fulmine.
Nella maggior parte dei casi, si è trattato dunque di creazioni sofisticate, di gran classe. Pensate per valorizzare la fisicità delle artiste ma anche raccontarne la personalità. E creare un’atmosfera quasi da sogno.
2011-2021...
Rimarrà impresso nella memoria collettiva il vestito creato nel 2012 per Belen Rodriguez da Fausto Puglisi e dotato di spacco vertiginoso: sì, quello del tatuaggio-farfallina. Che ha nettamente diviso gli animi.
E poi il nero che, in questi ultimi anni, è stato parecchio gettonato sia dalle artiste in gara che da conduttrici, ospiti e co-conduttrici. L’elenco è lungo, lunghissimo. Il total black è una mossa sempre vincente, sinonimo di un’eleganza che va oltre trend e stagioni.
Nero, firmato C'N'C Costume National, con corpetto, paillettes e uno spacco centrale è anche l’abito che indossava Emma Marrone quando è stata eletta – era il 2012 – vincitrice del Festival. Nero, decisamente austero e ambasciatore di echi ottocenteschi, by Roberto Cavalli, il vestito con cui l’anno prima era apparsa la sempre eterea Patty Pravo.
Nel 2018 la corona di regina fashion di Sanremo è andata a Michelle Hunziker, conduttrice con Pierfrancesco Favino. Splendida, ironica ed energica, Michelle ha incantato tutti con una selezione di abiti Armani Privé, Alberta Ferretti, Trussardi e Moschino.
Ricordiamo volentieri il delicato abito bicolor Blumarine di Elisa, la tuta bianca bespoke Dsquared2 di Paola Turci (quando si dice aver classe da vendere), il coloratissimo abito scultura by Moschino sfoggiato da Nina Zilli.
Nota a parte: nell’arco di tempo che va dal 2011 al 2021 abbiamo assistito alla metamorfosi stilistica di Arisa, che a parer nostro ha raggiunto il culmine con lo smoking fiammante - Maison Martin Margiela – indossato proprio nel 2021. Trendy, certo. Ma anche molto di più. In quella mise leggiamo la voglia di vivere pienamente, senza più limiti autoimposti; di piacersi, esprimersi abolendo ogni filtro. Divertirsi, appassionarsi, guardarsi dentro e guardare oltre. Brava.
Dello stesso colore, scarlatto, l’abito di Giambattista Valli indossato da Elodie sempre nel 2021: un trionfo di rouches a formare una sorta di sontuoso garofano. Noemi – nero a parte - ha fatto invece un viaggio nel tempo, optando per un long dress d'archivio in tulle e cristalli Dolce&Gabbana. Alessandra Amoroso ha puntato sulla stessa maison, per l’esattezza su un abito corto adornato di cristalli, perle, piume di struzzi. Esagerato? Anche. Ma con cognizione di causa.
Il 2022
Al Festival di Sanremo 2022 è finalmente tornato il pubblico dopo le restrizioni dovute alla pandemia, e sul palco dell’Ariston sono apparsi outfit che sembravano simboleggiare la voglia di sentirsi nuovamente liberi e tornare a sognare, ma anche sedurre. Il sollievo, il desiderio di leggerezza. Il romanticismo e la grinta, anche. Ecco allora i tipici elementi della moda sparkling affiancati dall’intramontabile chiffon, ecco il raffinato total white e i tailleur mannish, la passionalità del rosso e la malizia del vedo non vedo.
Elisa era eterea nel candido abito Valentino con profonda scollatura; ottimo contraltare Laura Pausini, in un long dress nero by Atelier Versace. Ancora nero - pizzi, spacco e trasparenze - per Emma in Gucci, tra le scelte più glam; giochi di specchi e riflessi per Noemi in Alberta Ferretti. Principessa style l’abito floreale Armani Privé indossato da Maria Chiara Giannetta, red fiammante e luccicante per Ana Mena in Emporio Armani. Veronica de La Rappresentante di Lista ha invece puntato sull’effetto stupore con le creazioni di Moschino.
Il 2023
Sanremo 2023, tra le co-conduttrici anche Chiara Ferragni: naturalmente, grande era la curiosità relativa ai suoi outfit. Non ha deluso le aspettative, puntando sugli effetti speciali; l’abito manifesto Pensati libera resterà nella storia dei look sanremesi. Lo stesso dicasi per l’abito nude con decorazione trompe l’oeil di Schiaparelli e per il vestito "gabbia" disegnato da Maria Grazia Chiuri. Da parte loro, mentre la femme fatale Elodie alzava la temperatura a colpi di look iper sensuali, Levante si presentava con una inaspettata chioma bionda e outfit sospesi tra la grinta e la femminilità, con cenni e rimandi agli anni '60.
Francesca Fagnani – a sua volta co-conduttrice – ha stupito a colpi di scollature, così come la collega per l'occasione Chiara Francini portatrice di bellezza e buon umore, tra look ironici ma contemporaneamente iconici (perdonateci il gioco di parole). Madame (a piedi nudi) ci ha portati indietro nel tempo, fino all’epoca vittoriana. E poi come non ricordare Carla Bruni, capace di lasciare tutti senza parole, con quella tuta by Versace portata in passerella trent’anni prima.
Se dobbiamo definire i fil rouge stilistici del Festival di Sanremo 2023, sul podio collochiamo il total black, le trasparenze, la tendenza sparkling (che poi ha imperversato ovunque, per tutto il 2023 e oltre) e le scollature da vertigine. Ma anche il cut out, che ha trovato una delle sue massime espressioni nell’abito scelto da Luisa Ranieri. Bella da togliere il fiato.