Fashion culture

10 segreti rubati alle icone di stile

Icone di stile
26-08-2022
Il loro modo di vestire ha contribuito a costruire il mito, ma c'è qualcosa che non tutti sanno o hanno colto. Andiamo più a fondo, le intramontabili dive hanno altro da insegnarci!

Il tempo scorre, nuove figure diventano stelle, ma loro resteranno sempre delle icone di stile. Da Marilyn, sicura della sua femminilità e al contempo così fragile, a Coco Chanel, che ha rivoluzionato il mondo della moda (e non solo) con quella sua personalità dirompente, sono dive che hanno lasciato un segno anche grazie al modo di vestire. I capisaldi dei loro guardaroba li conosciamo: per esempio le décolléte tacco 11 di Marilyn, appunto, o la giacca in tweed di mademoiselle Coco. O ancora, i pantaloni capri di Audrey Hepburn e i tailleur di Lady Diana. Ma altri indumenti che amavano, anzi in alcuni casi potremmo parlare di dettagli, sono passati in secondo piano per i meno attenti. E invece hanno un ruolo fondamentale. Piccoli, grandi “segreti” che sono stati parti integranti nella costruzione del mito e che ancora oggi possiamo rubare, diciamo così, e fare nostri. Perché diventano lezioni di stile in piena regola.

Coco Chanel: Less is more

Con le sue rivoluzioni – pensiamo ai pantaloni femminili e al tubino nero, ma la lista è ben più lunga – Coco Chanel ha esortato le donne a diventare più sicure, indipendenti e consapevoli della propria femminilità. Al di là delle creazioni che mandava in passerella, è sufficiente osservare ciò che lei stessa indossava per comprenderne le idee e mettere a fuoco la sua concezione di classe ed eleganza. Non rinunciava a quei tocchi in più, quali le inseparabili perle, il rossetto rosso e i cappelli, però ha sempre scelto la massima semplicità. Il suo segreto? È riassunto nella regola less is more, "meno è più". Si punti sull’essenziale, senza andare oltre. Vade retro fronzoli di qualsiasi tipo. E per non correre il rischio di sbagliare, la soluzione è servita: “Prima di uscire – diceva - guardati allo specchio e levati qualcosa”.

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Ava Gardner: Il potere del rosso

"L'animale più bello del mondo", la chiamavano. E in effetti Ava Gardner era da mozzare il fiato, con quegli occhi da tigre e un corpo perfetto, dalle curve tentatrici. La femme fatale per eccellenza, che occupa un posto speciale fra le icone di stile e anche di seduzione. Tutti i suoi outfit miravano a mettere in risalto la sua fisicità, ma c'è un segreto ben preciso che dobbiamo (sì, dobbiamo!) rubare all'indimenticabile Ava: il rosso. Un'arma infallibile nelle occasioni speciali, ma anche un colore da scegliere nella quotidianità, per esprimere la propria energia e - potremmo metterla anche così - affermare se stesse. Qualcosa di rosso, nell'armadio, non può mancare!

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Marilyn: Punta (anche) sulle aderenze

Marilyn Monroe adorava gli abiti iper femminili e le scollature generose, si sa. Ma non tutti sanno invece che per lei le aderenze erano davvero imprescindibili. Quasi un’ossessione. I vestiti dovevano essere una seconda pelle, in modo da accompagnare fedelmente ogni curva del corpo. E così, i sarti avevano non soltanto il compito di stringere e ancora stringere, ma anche di creare spacchi strategici e aperture nascoste per permetterle di muoversi. Senza arrivare a quei livelli, hai preso nota?

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Audrey Hepburn: Ce l'hai una camicia bianca?

Anche lei fra le indiscusse icone di stile. Senti il suo nome e la sua immagine compare subito nella tua mente. La vedi con le ballerine, le gonne a ruota, i pantaloni super chic alla caviglia. Eppure c’è un altro capo che la celebre Audrey Hepburn considerava un must, anche se è tutt’altro che immediato associarlo a lei: la camicia bianca. Ne aveva diverse, da quelle a maniche corte (a cui faceva i risvolti per vezzo) a quelle maschili, da quelle avvitate slim a quelle dai volumi più ampi. Con gli abbinamenti si sbizzarriva, passando proprio dalle gonne lunghe e svasate ai fuseaux e agli shorts. E quando voleva ravvivare ulteriormente la mise, ricorreva al foulard – uno dei suoi accessori simbolo – annodandolo intorno al collo. 

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Grace Kelly: Usa i gioielli con parsimonia

Sembrava un angelo caduto dal cielo, Grace Kelly. Ma è meglio non farsi ingannare dalle apparenze, perché in molti l’hanno descritta come una donna altezzosa, dal carattere forte e difficile. Algida ma sempre pronta ad ampliare la lista delle sue conquiste, o almeno così dicono. Forse anche questo contrasto fra l’aspetto e l’essere ha contribuito alla nascita del mito. Insieme, naturalmente, alle indiscusse doti d’attrice e al suo stile. Sempre perfetta, Grace ha percorso la strada della sobrietà. Ciò vale anche per i gioielli. Intendiamoci: ne aveva tanti, tantissimi. A dir poco preziosi, alcuni – per esempio di Cartier - creati apposta per lei. Però li dosava con grande sapienza. Se sceglieva di portare un collier piuttosto importante, come minimo rinunciava ai bracciali, spesso anche agli anelli. E non di rado si è limitata ai soli orecchini, lasciando il collo nudo. Perché anche questo è un modo per metterlo in risalto, soprattutto se nude sono pure le spalle: ecco quindi altre due lezioni da tenere a mente. 

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Jackie Kennedy: La t-shirt nera, eterno jolly

Quello di Jackie Kennedy era il perfetto guardaroba della First Lady e basti pensare ai numerosi capi firmati Givenchy, Chanel, Balenciaga. Agli abiti sagomati, alle gonne a trapezio, ai tailleur bouclé, ai pantaloni a sigaretta ma anche ai trench e ai cappotti lunghi. Uno stile sostanzialmente classico, impeccabile. Eppure, quando i riflettori si spegnevano la donna che rubò il cuore di John Fitzgerald Kenney prima e Aristotele Onassis poi, non esitava a indossare i più comuni indumenti casual. Uno dei suoi jolly? Si può restare sorpresi, ma era la t-shirt nera. Che generalmente abbinava ai jeans oppure ai pantaloni bianchi in cotone. E come tutte le icone di stile, riusciva a trasformare questo capo basic in un indumento ultra chic.

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Sophia Loren: Pied de poule, scelta strategica

Anche Sophia Loren è sempre stata fiera delle sue curve generose e scelto outfit che le valorizzassero al massimo. Ha indossato magnifici abiti sartoriali, molti letteralmente fiabeschi, ma anche semplici vestiti midi. Non ha mai avuto un particolare trasporto per i pantaloni, di contro adorava (e adora) il pizzo e raramente ha rinunciato alle scollature cattura-sguardi. Senza mai, però, superare determinati limiti. Cosa può essere sfuggito del suo stile, quale il segreto da carpire? Il pied de poule. Sophia ha scelto diversi capi realizzati con questo tessuto: chemisier, tailleur, camicie, bluse. Quasi tutti giocati sul contrasto bianco-nero. Elegante e versatile, con i suoi effetti di colore e la lavorazione delicata, il pied de poule può rivelarsi la carta vincente in diverse occasioni, da quelle più formali a quelle easy. Non passa affatto inosservato.

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Bianca Jagger: La sensualità dei tagli maschili

Con quella bellezza esotica, quasi sfacciata, e il suo spirito libero, Bianca Jagger ha creato tendenze ed è stata la musa ideale di molti fra gli stilisti più quotati. Negli eventi mondani, e in particolare per le serate e nottate trascorse al mitico Studio 54, sceglieva long dress spesso anche molto audaci, giochi di trasparenze e di vedo-non-vedo, non di rado paillettes e tessuti preziosi. Ma nella quotidianità, e anche quando si trattava di appuntamenti di lavoro, il suo modo di vestire cambiava completamente. Bianca ha sempre amato anche le linee morbide e la sobrietà. Non solo. È stata fra le prime icone di stile a puntare sui look da tom boy, nella consapevolezza che non soltanto non offuscano la femminilità, ma possono risultare estremamente seduttivi. Via libera, quindi, ai tailleur pantaloni, alle giacche da smoking, alle camicie con collo francese. Anzi: hai presente il blazer boxy oggi tanto in voga? Lei l’ha indossato molti, molti anni fa…

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Jane Birkin: Valorizza i tuoi “difetti”

“Perché porti il reggiseno se non ne hai bisogno?”: questa la domanda che i compagni di classe facevano a Jane Birkin, prendendola in giro per il suo seno piccolo. Non potevano immaginare che Jane, con il suo anticonformismo, il volto da Lolita, i suoi talenti e lo stile nonchalance sarebbe diventata un’icona per sempre. Ha sofferto per quel difetto, se tale possiamo definirlo. Ma qua ci sarebbe da aprire un capitolo a parte, perché le caratteristiche fisiche di ognuno di noi non dovrebbero mai essere considerati punti deboli, né tantomeno motivo di complessi. Fatto sta che a un certo punto Jane ha deciso non soltanto di accettare la sua prima misura, ma anche di metterla in risalto e tramutarla in un pregio. Ha abolito dal suo guardaroba i reggiseni per lasciar posto a capi trasparenti e scollature vertiginose. Non solo. Le tante t-shirt, i top, le camicie, di colore bianco o di tonalità più accese, che lasciavano indovinare perfettamente le sue forme sono diventati elementi distintivi del suo look. Esaltando la sua innata e raffinata sensualità.

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Lady Diana: Il color block può fare la differenza

Scegliere un outfit, per la Principessa Diana, significava prestare estrema importanza ai colori. E i colori, per lei, sono stati un vero e proprio linguaggio. Nel suo guardaroba non mancavano capi bianchi e neri - non avrebbe potuto essere altrimenti - però la sensazione è sempre stata che fossero le nuance più intense a rappresentarla meglio. In più di un’occasione, Lady D ha alzato il tiro puntando sul color block: quei contrasti cromatici netti che possono sembrare temerari a un primo impatto, e invece si rivelano armoniosi e di grande impatto. Anche i capi più basic acquisiscono quel “quid” se si ricorre al color block. Ma attenzione: l’accostamento è tutt’altro che casuale. Dev'essere l’incontro di due tonalità complementari, cioè opposte nel cerchio di Itten; per esempio giallo e viola, blu e arancio. Accostando il rosso e il viola, Lady D ha fatto un’eccezione (perché sono molto vicini), dando la precedenza ai gusti personali e mettendo la regola in secondo piano. Ed è anche con queste audaci decisioni che è entrata nell'elenco delle icone di stile!

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