Sfilate e messaggi importanti: un’associazione tutt’altro che insolita. La moda è linguaggio, lo sappiamo bene e durante le Fashion Weeks AI 2024 è apparso più chiaro che mai. Racconta il nostro mondo, il nostro sentire; ciò che siamo e vorremmo essere. Le nostre inquietudini, anche. I desideri. Ma i designer, a volte, alzano il tiro. Prendendo posizioni nette proprio attraverso le loro creazioni e i fashion shows.
Le sfilate, così, acquistano voce e diventano cassa di risonanza per tematiche politiche e sociali urgenti. Per esempio, urlano NO alla guerra e SÌ ai valori di inclusione; spesso – è successo soprattutto in passato – rivendicano le libertà e i diritti delle donne. E ogni volta sono emozioni forti, che letteralmente coinvolgono le masse. Perché la moda arriva a un infinito numero di persone, non dimentichiamolo. Allora vogliamo ricordare alcune di queste sfilate iconiche, che hanno parlato forte e chiaro. E sono rimaste nella storia.
La moda multietnica alla Milano Fashion Week AI 2024
Prima di cominciare il nostro piccolo viaggio nel tempo, vogliamo soffermarci su un recente evento che rappresenta un ulteriore contributo per la combo sfilate e messaggi importanti. Lo scorso 21 febbraio, durante la Milano Fashion Week AI 2024, Accademia del Lusso e Afro Fashion Association hanno portato l’attenzione sulla collaborazione tra l’ente di alta formazione italiano e l’Accademia di Belle Arti Laba Douala, in Camerun. Obiettivo: concretizzare un progetto sul tema dell’upcycling del denim, combinando il patrimonio della moda italiana con la vivace creatività del Camerun. Il tutto è culminato con la presentazione della capsule collection From trash to flash, realizzata proprio dagli allievi dell'accademia: una moda attuale e multietnica interpretata in chiave GenZ.
I colori, mai urlati, la presenza costante del denim riciclato (trovato nei mercati di Douala) si sono mischiati all’oro, vero filo conduttore di tutta la collezione. Un’attenzione particolare è stata messa nella creazione di piccole decorazioni e nella stampa Wax, creata ad hoc dagli allievi della Laba Douala. Protagoniste della capsule anche le calzature Cult, customizzate riprendendo i temi della collezione.
La sfilata Chanel PE 2015 e la protesta femminista
Un momento memorabile, frutto della mente geniale e vulcanica di Karl Lagerfeld: la sfilata Chanel PE 2015. Che ha ipnotizzato il mondo intero. Si è tenuta nel settembre 2014 al Grand Palais di Parigi, per l’occasione trasformato in Boulevard a dir poco realistico.
Nelle battute finali, il fashion shows ha lasciato posto a un vero e proprio corteo femminista: le modelle sono uscite tutte insieme, capitanate da Cara Delevingne e Gisele Bündchen. Megafono alle mani, ripetevano con orgoglio Femministe e femminili; molte portavano cartelli con altri slogan d’impatto tra cui History is her story, Ladies first, Be different, Make fashion not war. E poi è apparso lui, Karl Lagerfeld. Con lo sguardo soddisfatto di chi sa di aver messo a segno un altro mirabile colpo.
Sfilata AI 2017: Alberta Ferretti porta il velo islamico in passerella
Alberta Ferretti è stata la prima a portare l’hijab sulle passerelle milanesi. L’ha fatto in occasione della sfilata Autunno Inverno 2017 e come modella ha scelto l’allora 19enne Halima Aden, di origini somale e naturalizzata americana. Musulmana osservante, abituata a indossare il velo nella quotidianità ma determinata a combattere qualsiasi pregiudizio e infondere coraggio alle giovani donne come lei.
“Voglio trasmettere – ha detto Halima in quell’occasione - un messaggio positivo che ha come tema la bellezza e la diversità. Voglio mostrare alle giovani donne musulmane che c'è spazio anche per loro”. Lei ha continuato a lavorare come modella, lo fa ancora, e portato l’hijab su altre passerelle internazionali.
Missoni AI 2017: le modelle sfilano con il Pussy Hat
Quando si parla di sfilate e messaggi importanti, bisogna tirare in ballo anche la famiglia Missoni. Che da sempre sottolinea quanto sia importante la moda nella trasmissioni di valori chiave. In chiusura della sfilata Missoni Autunno Inverno 2017, le modelle sono apparse in passerella indossando ciascuna un Pussy Hat. Ovvero il cappellino rosa in maglia, con le orecchie da gatto, diventato famoso grazie alla Women’s March di Washington e oggi tra i nuovi simboli femministi.
Un cappello rosa era stato messo anche su ogni sedia, per cui gli ospiti hanno potuto seguire l’esempio delle modelle ed è stato un trionfo di colore e positività. Sulle note di People have the power. “Anche nella moda – ha detto Angela Missoni - è bene che usiamo la nostra voce”.
Vivienne Westwood contro il cambiamento climatico
Vivienne Westwood ha ingaggiato diverse battaglie tramite le proprie creazioni e sfilate. Una delle problematiche che più l’affliggevano? Non abbiamo dubbi: il cambiamento climatico: è arrivata persino a rasarsi a zero per protesta ed è partita alla volta dell’Artico per vedere coi suoi occhi cosa stesse succedendo.
Nel settembre 2013 ha presentato la collezione Vivienne Westwood Red Label Primavera Estate 2014 alla London Fashion Week. E il make up delle modelle ha subito catturato l’attenzione per la sua evidente valenza simbolica. Sembravano zombie, volti bianchi e occhi cerchiati. Alcune indossavano t-shirt con su scritto Climate Devolution. Se l’ambiente non sta bene, non stiamo bene neppure noi.
Gucci Cruise 2020: Alessandro Michele per i diritti delle donne
La sfilata Gucci Cruise 2020 si è tenuta in una location a dir poco speciale: i Musei Capitolini. L’allora direttore creativo Alessandro Michele, nel disegnare la collezione, ha tratto ispirazione dai ricordi della sua infanzia e si è chiaramente schierato a difesa delle donne. Dei loro diritti.
"Lo show è un inno alla libertà", ha detto. E ancora: “C’è un forte collegamento agli anni ‘70: le donne in quel periodo sono state liberate da tutte le imposizioni degli anni precedenti”. Ecco allora una giacca viola, sulla cui parte posteriore si legge My body, my choice; ecco il fatidico 22/05/1978 – da quel giorno l’aborto è diventato legale – campeggiare su una felpa. Ecco un ricamo, realizzato con paillettes su un abito, a rappresentare l’organo genitale femminile. La moda parla. Eccome se parla.
Febbraio 2022: la sfilata in silenzio di Giorgio Armani
“Non dobbiamo fermarci, ma non è il caso di festeggiare”: con queste parole Giorgio Armani ha spiegato la scelta di presentare la collezione Autunno Inverno 2022 – alla Milano Fashion Week – in un silenzio totale. Niente musica, niente rumori. Tutti senza fiatare. Un forte, fortissimo segno di solidarietà per le vittime della guerra in Ucraina.
Re Giorgio, commosso come non l’avevamo mai visto, pensava soprattutto ai bambini. L’atmosfera non aveva nulla di inquietante, né tantomeno si è caricata d’ansia o malumori. Anzi, questa sfilata è “arrivata” in modo potente. Si sentivano soltanto i passi delle modelle, il fruscio dei vestiti, il tintinnio degli accessori. “I miei collaboratori – ha aggiunto lo stilista - temevano che lo show sarebbe risultato debole in silenzio. Invece penso che gli abiti ne abbiano beneficiato al cento per cento”.
Balenciaga: la bufera come l’atto di denuncia contro la guerra
Anche Demna Gvasalia, direttore creativo di Balenciaga, ha puntato i riflettori sulla guerra in Ucraina e mostrato quanto potente possano essere i messaggi politici veicolati dalla moda. La collezione Autunno Inverno 2022 è stata presentata alla Paris Fashion Week e già di per sé è risultata un pugno nello stomaco con la sua forza espressiva: capi oversize, look total black, orli lunghi, zero fronzoli.
Ma ancor di più ha esercitato un effetto ipnotico la mise en scène: le modelle e i modelli avanzavano incerti in mezzo a una bufera, come fossero profughi. Con gli sguardi celati dietro lenti scure. Fra le mani, zaini in pelle che sembravano sacchi della spazzatura. Metafore chiarissime.
Diesel e quella montagna di condom
Sfilate e messaggi importanti? In questo focus merita un posto anche Diesel. In occasione della sfilata Autunno Inverno 2023, infatti, il direttore creativo Glenn Martens ha deciso di puntare l’attenzione sulla sex positivity. Scegliendo un mezzo a dir poco d’impatto: un’installazione realizzata con ben 200mila condom.
“Libertà, piacere, sperimentazione, gioco: Diesel – ha detto Martens - lotta per la democrazia. La sex positivity è qualcosa di pazzesco. Vogliamo parlare di questo e siamo seri rispetto all’argomento. Divertitevi, abbiate rispetto uno dell’altro, mettetevi in condizione di proteggervi”. Tutto chiaro?
La sfilata delle donne che hanno sconfitto il tumore al seno
La Milano Fashion Week Primavera Estate 2024 è stata inaugurata con I/DEAL, una sfilata decisamente speciale. Un’iniziativa ideata da Cancer Culture con il patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana e il supporto del Camera Moda Fashion Trust, con lo scopo di sensibilizzare sulla lotta contro il tumore al seno.
Modelle d’eccezione, venti donne che sono riuscite a sconfiggere la malattia. E che hanno mostrato con fierezza il loro corpo e i segni della loro coraggiosa battaglia. In passerella – la location era il Foyer dell’Aula Magna dell’Università Bocconi – hanno sfilato creazioni di numerosi designer tra cui ActN°1, AndreaAdamo, Cormio, Federico Cina, Magliano, Marcello Pipitone, Marco Rambaldi, Maxivive, Niccolò Pasqualetti, Tokyo James e Vitelli. I proventi della vendita dei biglietti della sfilata I/DEAL, organizzata dall’agenzia creativa Art+Vibes, sono stati donati a due fondazioni oncologiche, la Fondazione Ieo-Monzino e la Fondazione Piemontese per la Ricerca del Cancro.
La sfilata Dior Cruise 2024 contro la violenza di genere
Quello di Maria Grazia Chiuri è un altro nome da citare obbligatoriamente quando si tratta di sfilate e messaggi importanti. La direttrice creativa di Dior da sempre tratta tematiche sociali e politiche importanti attraverso le sfilate.
Tra gli esempi più recenti c’è la collezione Dior Cruise 2024, presentata nel Collegio di San Ildefonso a Città del Messico. Un inno al femminismo, un suggestivo omaggio a Frida Kahlo – che in quel collegio ha studiato – e una denuncia contro la violenza di genere. Leit motiv la farfalla, simbolo di metamorfosi ed evoluzione.