Ci sono sempre grandi aspettative quando si tratta della London Fashion Week. Perché, rispetto agli altri appuntamenti del fashion month, è quello che dà maggiori soddisfazioni in termini di divertimento, originalità, sperimentazione. La sfilate diventano spettacolo puro, in molti casi le collezioni risultano poco “applicabili” alla vita quotidiana ma il bello è proprio questo. E comunque, le eccezioni non mancano. La London Fashion Week Primavera Estate 2024 non smentisce i suoi stessi trascorsi. Di certo non è allineata a quel mood minimalista che imperversa altrove, però c’è da dire che stavolta non abbiamo visto eccessi o particolari stravaganze. Capi e accessori eyecatching, sì, ma con misura.
Lo stile, anzi lo spirito vittoriano si vede e si sente. Ma spesso è dirottato lungo la strada della moda contemporanea, e ne risulta una contaminazione densa di illuminanti input. Quanto a tendenze, in quel di Londra confermano in primis il potere del cut out e del colore, la viralità delle trasparenze e della lingerie a vista; il fascino dei capi cropped e delle applicazioni 3D. Ma anche dei bagliori sparkling. Un menù decisamente ricco.
Burberry
La sfilata più attesa della London Fashion Week 2024 è quella di Burberry, il marchio british per eccellenza. La seconda collezione firmata da Daniel Lee è una somma di elementi che danno carattere agli outfit, nel segno della sensualità ma anche di un’austerità, smussata da dettagli eyecatching. Il trench, capo simbolo, è presentato in diverse versioni che vanno molto oltre l’interpretazione tradizionale; entrano in scena silhouette più slim e materie prime come la pelle e il taffetà changeant, per un’impronta luxury e sparkling che di certo non passa inosservata.
E poi abiti con scollo halter e/o lunghe frange, gonne a vita (decisamente) bassa, tagli asimmetrici, cinture sottili, estrose fantasie floreali. Cui si affiancano stampe ispirate all’Equestrian Knight che caratterizza il logo del brand. Lee punta molto sul colore, sua grande passione. Agli iconici beige e Burberry Blu – dosati con parsimonia – si affiancano il nero, il rosso, il bianco, il verde scuro. Una palette variegata e d’impatto. Come d’impatto sono le clogs tempestate di cristalli, gli accessori arricchiti da catene e i tessuti cangianti.
Molly Goddard
La designer britannica Molly Goddard non tradisce la sua passione per lo stile retrò e in particolare per l’estetica vittoriana, ma la collezione Primavera Estate 2024 è anche il frutto di un sapiente innesto di codici contemporanei. E strizza l’occhio, diciamo così, anche al Balletcore. Così, in passerella appaiono stivaletti stringati e ballerine con lacci, ma anche imponenti platform; abiti in tulle e bustini ridotti (quasi) ai minimi termini o sensuale lingerie a vista; gonne vaporose ma a vita bassa. Vestiti essenziali ma da cui occhieggiano sottogonne con ruches.
E ancora, mini romantiche ma dagli orli cortissimi, cardigan classici e completi in denim con stampa a quadri. La Goddard sposa la causa del contrasto, nuovo diktat dell’universo fashion.
Richard Quinn
La sposa, la dark lady ma anche la diva anni Quaranta e Cinquanta: sono le donne che Richard Quinn manda in scena per la London Fashion Week Primavera Estate 2024. Anche qui l’impronta retrò è evidente, ma passa da una rilettura luxury. Dettagli preziosi, ricche decorazioni a base di strass e perline, raffinati merletti e rouches. Tessuti di pregio.
Ogni particolare è frutto di un’estrema cura che i giochi di volume contribuiscono a esaltare. Una collezione fatta per catturare sguardi viaggiando nel tempo. Capi che si collocano sul fronte esattamente opposto rispetto a quel minimalismo che entra a pieno titolo tra le più forti tendenze del momento.
Roksanda
Roksanda manda in scena una donna di gran classe, che quasi incute soggezione. Una sacerdotessa, per certi versi. E infatti, parte dell’ispirazione arriva dai monasteri di Gračanica, Studenica, Žiča e dal clero ortodosso, come dimostrano i cappelli Kalimavkion e i lunghi cappotti doppiopetto sfoggiati da alcune modelle.
Ma la designer serba trova input creativi anche nella potenza degli antichi affreschi, nell’estetica purista, nei volumi dilatati e ariosi. Come, di contro, nelle forme estremamente strutturate. E nei colori che diventano materia da modellare. Uno dei pezzi forti? Le décolleté frangiate blu cobalto.
Simone Rocha
I fiori 3D fanno tendenza ormai da un po’. E diventano il leit motiv della collezione Primavera Estate 2024 di Simone Rocha. Rose, per l’esattezza. Maxi, imponenti oppure più delicate ma anche più realistiche. Adornano top, abiti, parka, camicie. Sfacciate e coinvolgenti. Ma Rocha modella e personalizza anche il fiocco, sempre esagerando – volutamente – con le dimensioni.
Altra peculiarità della collezione è la pelle argentata, il cui aspetto grintoso incontra la grazia del tulle. Perché grinta e dolcezza possono convivere alla perfezione.
JW Anderson
Pantaloni e top imbottiti in vinile, bermuda che sembrano di plastilina, abiti crochet irrigiditi da lavorazioni ad hoc, shorts con balze, giubbotti con mantelle. E ancora, blazer a loro volta scultorei, maxi bomber dai quali fuoriescono cascate di piume e abiti normcore con cerchi annessi a dilatarli verso l’infinito e gonne create con fettucce color luna: la moda di Jonathan Anderson si conferma, una volta in più, sperimentazione assoluta. Soprattutto, divertimento.
Fino a che punto questi capi si possono indossare nella quotidianità? Una domanda che non dobbiamo neanche porci. Perché l’intento di collezioni del genere è tutt’altro.
16Arlington
C’è aria di festa da 16Arlington, tutto nella norma: è nel dna del brand. Il direttore creativo Marco Capaldo rafforza l’heritage ma al contempo la rinnova con l’introduzione di capi tradizionalmente mannish. E crea combo interessanti, senza dubbio. Per esempio l’essenziale (ma cropped) polo grigia abbinata alla longuette costellata di macro paillettes, la camicia bianca lasciata aperta su una longuette a sua volta caratterizzata da grandi paillettes all over. E il tailleur grigio classico sì, ma privo di reverse e indossato con un top vedo-non-vedo.
Le paillettes in formato magnum sono il fil rouge della collezione, e tra l’altro si accendono di rosso per dar forma a skirts e abiti che rapiscono sguardi. Senza eccezioni.
Erdem
La collezione P/E 2024 di Erdem è un omaggio a Deborah Mitford, Duchessa del Devonshire. E ci riporta quindi agli anni Trenta e Quaranta, traducendosi in un tripudio di paillettes, applicazioni 3D, pizzi e pietre preziose. Ma poi le carte si mescolano, la contaminazione con il gusto più moderno regala tocchi inaspettati: orli sfrangiati, intriganti patchwork, blazer con spalline over, chiodi in pelle colorata e gonne trasparenti che lasciano chiaramente intuire le culotte.
Una sorta di caos creativo ben studiato che confonde e cattura anche grazie all’uso espressionistico del colore.