Dopo New York e Londra, si torna a casa per accendere i riflettori sulla Milano Fashion Week Primavera Estate 2024. E sarà una questione di sano campanilismo, oppure un dato di fatto; comunque sia, è stato davvero un bel vedere. Il made in Italy ha il grande pregio di attraversare le tendenze, interpretarle nei migliori dei modi ma non privare mai l’artigianalità del suo ruolo primario. Lo stesso vale per i tessuti e la cura dei particolari.
Se da un lato i designer nostrani scommettono – anche per il prossimo anno – su cut out, orli ridotti ai mini termini, trasparenze e un minimalismo di fondo che porta dritti alle porte del quiet luxury, dall’altra esplorano la materia con un’abilità senza pari. E portano in passerella anche racconti, passioni, sogni. Sottolineando, oggi più che mai, che la moda è linguaggio. Un potente linguaggio. Concediamoci, quindi, un excursus delle sfilate più belle!
Gucci
La Milano Fashion Week PE 2024 segna il debutto di Sabato de Sarno alla direzione creativa di Gucci, dopo l’addio di Alessandro Michele, e in scena appare una perfetta rappresentazione del quiet luxury. Una virata molto netta rispetto ai codici del tanto amato predecessore, dal quale - diciamolo - raccoglie un'eredità piuttosto pesante. E in questa collezione in effetti De Sarno mette molto di ciò che appartiene al proprio bagaglio e linguaggio estetico, non dimenticando né radici né mentori. Il risultato è ancora un tantino acerbo, forse, ma noi attendiamo fiduciosi: i tasselli andranno presto ognuno al proprio posto e De Sarno ci mostrerà il disegno che ha in testa in modo molto nitido.
Ma entriamo nel vivo la collezione. Linee essenziali e pulite, un’impronta mannish ma anche un elevato tasso di sensualità che passa dagli orli cortissimi di gonne, abiti, slip dress vedo-non-vedo, jumpsuit. In primo piano anche cappotti e blazer dal taglio impeccabile, ma poi ecco una virata verso lo street style: evviva le felpe oversize, sì, ma abbinate a shorts (a loro volta ultra ridotti) e pencil skirt in vinile. Sabato de Sarno, dunque, sposa anche la causa degli abbinamenti con effetto sorpresa. Un’ulteriore dimostrazione è la combo mini dress+sneakers. E poi jeans dalla vestibilità ultra, scollature vertiginose, look pantless. Insomma, la ricerca di una sensualità semplice e pacata targata Gucci è appena iniziata e noi non vediamo l'ora di vedere cosa accadrà sulle prossime passerelle. ANCORA.
Moschino
Moschino compie quarant’anni e si festeggia con una collezione ispirata alle iconiche creazioni del suo fondatore, Franco. A firmarle, le quattro – quotatissime – stylist Carlyne Cerf de Dudzeele, Katie Grand, Gabriella Karefa-Johnson e Lucia Liu. Che reinterpretano l’estro dell’enfant terrible della moda made in Italy e danno vita a un vero e proprio spettacolo narrativo: come avrebbe potuto essere altrimenti? Il messaggio effettivamente arriva forte e chiaro: un brand come Moschino (e il suo lavoro) non può essere letto in chiave bidimensionale. E la pluralità delle voci che lo hanno raccontato in questo contesto dimostrano che ogni sguardo può coglierne aspetti differenti, con tutta la sua profondità.
Patchwork, lavorazione granny square, rouches e balze, cinture bustier, maxi colletti, pelle e borchie, collant in pizzo: una gioiosa miscellanea con twist retrò che sprizza energia da ogni centimetro di stoffa. Vanno in scena la tipica stravaganza del brand, il suo carattere e l'ironia, ma anche la sua vena romantica e il suo lato aristocratico-filosofico. E c’è da dire che sono tutti capi perfettamente indossabili da chiunque. Touché!
Versace
Anche Donatella Versace sceglie la strada della reinterpretazione. E alla Milano Fashion Primavera Estate 2024 porta una collezione ispirata ai look creati dall’indimenticato Gianni negli anni Novanta. Naturalmente, attualizzati e personalizzati in base alla sua visione. Donatella riesce a conciliare audacia e delicatezza, anche lei accorcia gli orli il più possibile ma lascia che le linee restino morbide; gioca con i check e con il black&white, ma decide anche di rendere tangibile l’infinita grazia dei pastelli.
Porta in passerella le culotte indossate a mo’ di shorts, e a questo punto possiamo dirlo: per le prossime stagioni, saranno virali. La stilista esprime la sua conferma decisa anche per i dettagli cut out, i corsetti, i bagliori sparkling e i pigiami da indossare anche per uscire. A chiudere la sfilata è la super modella Claudia Schiffer, amatissima da Donatella come lo era da Gianni. Assolutamente divina con i suoi 53 anni.
Giorgio Armani
Re Giorgio non si discute, ogni volta è un incanto. La collezione Primavera Estate 24 è perfettamente descritta da un post apparso sul canale Instagram del brand: “Trasuda energia: le vibrazioni attraversano i tessuti, generando accattivanti moti ondulati e motivi increspati. La palette si amplia per includere ricche tonalità bronzo e argento, mentre i preziosi verdi e viola aggiungono un tocco luminoso, culminando nel bianco incontaminato che evoca l'essenza della sera”.
Com’è tipico dell’estetica di Giorgio Armani, le forme sono morbide e fluide, sembrano carezzare il corpo; ma stavolta gli input sembrano arrivare anche dall’Oriente, dal raso lucente e dalle fittissime ma raffinate decorazioni. Una meravigliosa ondata di luce.
Bottega Veneta
Alla Milano Fashion Week Primavera Estate 2024 si viaggia, anche. La collezione disegnata da Matthieu Blazy è proprio questo: un giro del mondo, alla scoperta delle culture più diverse e dei modi per farne… moda. L’artigianalità, indispensabile per Blazy, si traduce in interessanti sperimentazioni materiche; la rafia s’intreccia con la pelle, la pelle imita i tessuti, la maglia emula la paglia.
Ma il designer sperimenta anche nuove forme, allungando i gilet fino alle ginocchia, smontando i trench fino a ottenere delle stole, distribuendo frange secondo traiettorie che ci riportano agli indiani d’America. Dilatando i volumi, sovrapponendo stoffe, irrigidendo silhouette, inserendo spalline a punta. Una collezione ipnotica.
Etro
Collezione espressionista e scenografica, quella di Etro. A tratti, volutamente esasperata. Costruita sulla potenza della materie e del colore. Quest’ultimo passa anche da stampe oversize, in primis il motivo paisley che da sempre figura tra i codici del brand.
Bomber e blazer in pelle sono talmente ampi che sembrano lievitare, gli abbinamenti cromatici paiono del tutto casuali e invece sono studiatissimi, i pantaloni “fingono” di essere maxi gonne, le applicazioni floreali 3D diventano quadri da ammirare. La contaminazione domina incontrastata. La moda si fa caos creativo studiato in ogni dettaglio.
Prada
Lasciar parlare gli abiti, rendere visibile e anche tangibile tutto il lavoro che c’è dietro: questo l’obiettivo da cui sono partiti Miuccia Prada e Raf Simons per la collezione Primavera Estate 2024. Obiettivo centrato in pieno, anche grazie a quelli che sembrano dettagli e invece sono elementi di primaria importanza: le lunghe frange arricchite da occhielli, i ricchi ricami sparkling (rigorosamente fatti a mano), quei sottilissimi veli di organza che coprono gli abiti e le spalle.
Anche Prada, in più, sposa e conferma due tra i più forti trend del momento: i capospalla oversize e le spalline maxi nonché nettamente squadrate.
Dolce&Gabbana
Domenico Dolce e Stefano Gabbana non tradiscono la loro tradizionale estetica né tantomeno quella sicilianità che è da sempre la loro musa principale, però questa collezione presentata alla Milano Fashion Week Primavera Estate 2024 è più asciutta ed essenziale.
Il duo creativo, insomma, approva il trend del minimalismo ma lo interpreta a modo suo. Un modo che trova il principale motore creativo nella lingerie, ma anche nel tempo che fu: in passerella sfilano abitini con merletti e pettorine, stampe a pois, giacche smoking black&white. La trovata più originale? Il tailleur con giacca monospalla.
Fendi
Per la collezione Fendi PE 2024, Kim Jones lascia parlare principalmente il colore. Anche per mezzo di accostamenti insoliti che però funzionano. Quanto a stile, chiaro è il richiamo agli anni Novanta e – in parte – all’archivio delle creazioni di Karl Lagerfeld.
Le forme sono morbide, fluide e avvolgenti; le linee si susseguono libere ma armoniose, le asimmetrie e i dettagli cut out s’inseriscono in questo insieme armonioso diventando grandi valori aggiunti. Una seduzione discreta ma efficace, un’eleganza contemporanea. Una collezione che trasmette serenità, anche.
N°21
Alessandro Dell’Acqua torna alle sue origini, cioè a Napoli, per trasformare la sua esperienza di vita in una collezione “leggera, aerea, ottimista”. Aggirandosi per la città, trova ispirazione: nei quartieri popolari come in quelli aristocratici, nel Cristo Velato del Sammartini e nella Cappella Sansevero, nelle tante e affascinanti contraddizioni che contraddistinguono la capitale partenopea. Ma anche nella sua “carnalità”.
E così, possiamo aggiungere carnali tra gli oggettivi che descrivono i look di N°21 mandati in passerella. Hanno pure un non so che di misterioso, è vero. E anche qui è la materia il maggiore punto di forza: le macro paillettes, l’organza dei tailleur, il raso dei boxer. Il candido pizzo dei minidress. Quando la moda diventa puro racconto.
Max Mara
Può il workwear risultare sofisticato? Certo che sì, e la collezione Max Mara Primavera Estate 2024 ne è la dimostrazione lampante. La classica tuta da lavoro si accorcia, si fa più leggera, si stringe, è interpretata molto oltre il tradizionale blu, è arricchita da accessori e dettagli. Così, diventa assolutamente glam.
Tra i look mandati in passerella, anche lievi abiti dalle fantasie floreali, long dress minimalisti ma dotati di tasche laterali, micro shorts e camicie bianche da usare come passepartout. Promozione a pieni voti.