Dopo New York e Londra, si torna a casa: tocca alla Milano Fashion Week A/I 2023 2024. Il made in Italy diventa protagonista assoluto, tra big e astri nascenti. Chi vive nel capoluogo lombardo o lì approda per l’occasione, lo sa bene: l’intera città è in fermento. Il calendario è fitto, anzi fittissimo: alle 59 sfilate (di cui 54 fisiche e 5 digitali) si affiancano decine di altri eventi. Per 7 giorni la moda si respira, si vede, si tocca. Noi, ovviamente, ci concentreremo sui fashion shows. Sarà un bel vedere, ne siamo certi.
Tra gli appuntamenti più attesi, quello con Bottega Veneta: è la terza sfilata del direttore creativo Matthieu Blazy, naturale chiedersi se eguaglierà il successo delle prime due. Maximilian Davis, Marco De Vincenzo e Filippo Grazioli, invece, sono alla loro seconda collezione rispettivamente per Ferragamo, Etro e Missoni; anche in questo caso la curiosità lievita.
Dopo qualche stagione, torna in scena Iceberg. Grande assente alla MFW 2023 è Versace, che ha scelto di presentare la collezione Autunno/Inverno 2023 2024 in quel di Los Angeles. La mancanza si sentirà. Gucci porterà in passerella creazioni firmate dall’ufficio stile; l’addio di Alessandro Michele è cosa nota a tutti, la maison ha ufficializzato l’ingaggio di Sabato De Sarno ma dovremo attendere la prossima collezione prima di ammirare il suo lavoro. Tra gli altri big, confermata la presenza di Max Mara, Prada, Giorgio Armani, Fendi, Alberta Ferretti. E ancora Roberto Cavalli, Dolce&Gabbana, Moschino.
Ma alla MFW ci sarà ampio spazio, come dicevamo, anche per i designer in ascesa. Tra i debutti più attesi, quello di Tomo Koizumi supportato da Dolce&Gabbana e del marchio toscano Avavav. Milano è in fermento, sì. Secondo Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda, “potrebbe essere un anno record per l’Italia”. Sembra impossibile, del resto, non farsi travolgere da questa long wave di creatività. Come impossibile era rinunciare alla nostra selezione delle sfilate più belle, giorno per giorno. Eccola, dunque, con il nostro racconto day by day!
Fendi
Minimalismo e sperimentazione: questi i principali ingredienti della collezione disegnata per Fendi da Kim Jones, che ancora una volta ha trovato in Delfina Delettrez Fendi la sua musa perfetta. Lo stilista attinge all’archivio della maison per reinterpretare i classici sartoriali; alleggerisce le forme, crea affascinanti (a)simmetrie e gioca con le sovrapposizioni, abbinando gonne e pantaloni e suggerendo di usare i cardigan come sciarpe/stole. Propone silhouette morbide e fluide e, d’altra parte, le sottolinea con linee sinuose. Esprime anche concreta approvazione per alcune tra le più forti tendenze del momento: cut out, color block, pelle.
Alberta Ferretti
Per la sua collezione Autunno Inverno 2023 2024, Alberta Ferretti manda in scena una femme fatale di gran classe, che parla di sé attraverso i suoi abiti. Che svela ma non troppo, intriga e seduce nel segno del mistero. Ipnotica. Una donna che veste di grigio, nero, bordeaux o di colori che richiamano la terra. Non c’è spazio per la tonalità più accese, fatta eccezione per il rosso che fa rima con passione. C’è posto, invece, per grandi classici come il cappotto sartoriale, le giacche doppiopetto, gli slip dress. Gradualmente l’impronta androgina lascia il posto a una sensualità più esigente, fatta di ardite trasparenze, profonde scollature, orli ridotti ai minimi termini. La stilista usa con maestria le più diverse materie prime: velluto, tulle, chiffon, faux fur, pelle, pizzi. E la sua dark lady catalizza l’attenzione.
N° 21
Non poteva mancare alla Milano Fashion Week A/I 2023 2024 Alessandro Dell’Acqua, che per il suo brand N°21 si è lasciato ispirare da due icone, protagoniste del cinema anni 'Sessanta'60: Monica Vitti e Jeanne Moreau. La notte e Deserto rosso, per essere ancora più precisi, sono i film che hanno fatto da input creativo. Le due attrici diventano quindi anche simbolo di una sensualità che finalmente “esplode”, dell’erotismo, di un nuovo senso d’indipendenza che mira a scardinare quei cliché tanto cari alla mentalità provinciale e alla media borghesia.
Naturalmente, Dell’Acqua attualizza queste figure e il suddetto spirito, anzi: vuole sottolineare che non sono tanto distanti dai nostri tempi. Che le esigenze, per certi versi, sono le stesse. E dunque in passerella appaiono outfit che valorizzano il corpo e il suo linguaggio, sofisticati e seducenti. La ribellione sta nei dettagli, che così diventano metafore: spalline che scendono, mix materici, abbinamenti cromatici che sembrano casuali. Abbottonature imprecise, lingerie a vista, stratificazioni. Cappotti messi al contrario e/o dotati di zip sul dorso. Non mancano le trasparenze e neppure le pellicce eco-friendly.
Etro
L’aspettavamo, Marco De Vincenzo. Ed ecco la sua seconda collezione per Etro: materia e colore passano in primo piano, la combo trova un’affascinante espressione nei maxi scialli che sono – evidentemente – il pezzo forte. De Vincenzo sfida la tendenza che impone tessuti lievi anche in inverno e ci invita invece a cercare il calore. Coprirci bene. Anche con maxi pullover con grosse frange; con giacche, cappotti e gilet oversize in lana. Le vivaci nuance sono ulteriormente esaltate da fantasie check e tartan, il mood è allegro e coinvolgente. Ma poi si fa più intrigante, perché proprio i pesanti capospalla rivelano stoffe impalpabili, scollature profonde, trasparenze. Il giovane stilista propone anche una sua interpretazione dello stile vittoriano: gonne con balze, colletti chiusi da vistosi fiocchi. Pizzi, merletti e bustini. Altri elementi che caratterizzano la collezione sono le stampe Paisley, i pois e gli stivali cuissardes con plateau.
Max Mara
Max Mara conferma la sua cifra stilistica, ovvero un’eleganza cozy e versatile. Ma rilegge i suoi stessi must mescolando passato – il Settecento e in particolare la figura di Émilie du Châtelet – e gusto contemporaneo. Ecco allora che il cappotto diventa lunghissimo, è imbottito nonché arricchito da lavorazioni matelassé; ecco che i reverse si amplificano al punto da diventare maxi cappucci, i trench diventano oversize e le cinture bustier conquistano un ruolo da protagonista. Max Mara punta sul monocolore, ma esplora nuove tonalità. Accanto all’irrinunciabile colore cammello compaiono – vale soprattutto per l’iconico teddy coat – il carta da zucchero, il rosa antico, il lilla. Grazia e delicatezza diventano, così, un affascinante leit motiv. Spazio anche al nero, ovviamente, che prende forma per mezzo di sofisticati velluti, broccati e trame vedo-non-vedo.
Prada
Nella seconda giornata della Milano Fashion Week sfila anche Prada. In passerella, dunque, la collezione disegnata da Miuccia Prada e Raf Simons. Che nella loro ricerca della bellezza hanno trovato ispirazione in coloro che aiutano gli altri. Quindi nelle uniformi: delle infermiere, delle crocerossine, dei soldati. Dei pompieri. Pezzi chiave sono i lunghi chemisier che richiamano i camici del mondo medico, la cappa (sentiamo odore di must have), i capispalla verde militare. Allo stesso tempo, il duo Prada-Simons trasforma un capo decisamente speciale, come l’abito da sposa, in indumenti di uso quotidiano: candide gonne a ruota o pencil skirt con decorazioni 3D. Queste ultime si posano lievi anche sulle microgonne e sulle classiche gonne grigie. La creatività passa inoltre dal piumino, che diventa materia prima per la realizzazione di gonne, top a maniche lunghe, minidress.
MM6 Maison Margiela
Nulla è come sembra: questo il messaggio che arriva dalla collezione FW 2023 2024 di MM6 Maison Margiela. Sembrano capi ultra stratificati, invece si tratta di un continuum che potremmo definire “anarchico”: senza nessi precisi, senza regole, creato semplicemente sulla scia della creatività. Scomporre, ricomporre, mescolare. L’impatto è denso di fascino. È quell’irrazionale armonia derivante da contrasti netti quanto imprevedibili, a tratti sfacciati. I boxer che occhieggiano dai jeans? Non sono tali, è un pezzo unico. E lo stesso dicasi per i cappucci che si posano sul dorso dei cappotti, per quei gilet che paiono messi uno sopra l’altro, per i lunghi guanti che si direbbero indossati sui lupetti e invece no. In tutto questo, si inseriscono anche le stratificazioni reali. È come un gioco, un puzzle. Espressionista.
Moschino
La moda ha sempre avuto un debole per la subcultura punk, simbolo di ribellione e provocazione. E anche per le prossime collezioni invernali, si rivela prolifica fonte d’ispirazione. Cui attinge Jeremy Scott, ormai storico direttore creativo di Moschino. Le piume nere in testa mettono subito in chiaro le cose. I pezzi cult, a cominciare dal chiodo e dagli altri capi in pelle nera (anche borchiata), ci sono. Ma il lavoro di Scott va molto oltre, trovando la sua originalità nella reinterpretazione di stilemi del passato. Più o meno remoto. Così gli abiti da ballo in stile vittoriano, con corpetto e vaporosa gonna in tulle, assumono un twist quasi grintoso. I completi bon ton vengono trasformati con applicazioni gioiello, minacciose punte d’argento e veli dark. I tailleur in tweed e i cappotti anni ‘60 hanno gli orli prepotentemente asimmetrici che creano “moti ondulatori”. Le balze diventano trame fitte, i corsetti si chiudono con ganci, i maxi fiocchi sono vaporosi abiti. E poi frange, pietre colorate, pizzi, tessuti broccati: Scott abbonda con gli ingredienti, ma la ricetta è vincente.
Gucci
Sabato De Sarno, nuovo direttore creativo di Gucci, debutterà a settembre. La collezione Autunno Inverno 2023 2024 è stata dunque affidata all’ufficio stile. Che ha costruito una sorta di coinvolgente amarcord, rivisitando i migliori pezzi della maison a partire dagli anni Novanta e quindi omaggiando l’opera di Tom Ford, Frida Giannini e Alessandro Michele. In passerella appaiono dunque le nuove versioni del micro reggiseno in cristallo, delle borse con morsetto, dei lunghi cappotti. Le trasparenze sono doverose. La pelliccia ecologica è sfrontata, come volumi e colori, e diventa anche estroso reverse di cappotti classici. La pencil skirt passa da differenti interpretazioni ed è un inno alla sensualità non ostentata. Gli outfit mannish vengono dosati con cura, ma si vedono e si “sentono”. Le spalline sono a tratti esagerate, l’argento lascia la sua impronta per mezzo di strass e paillettes. I collant sono colorati (ma velati), le infradito arricchite da pelliccia, i jeans inaspettatamente easy. Promozione piena.
Jil Sander
Queen of less: questo il soprannome che Jil Sander si è guadagnata con il suo stile minimalista ed essenziale. Con i suoi capi dall’eleganza senza tempo, frutto di una sottrazione nel segno della raffinatezza. Ma alla Milano Fashion Week A/I 2023 2024, i direttori creativi Lucie e Luke Meier spiazzano tutti. Puntando sulla potenza espressiva dei colori bold e delle tonalità acide, ulteriormente esaltata dal monocolore. Sposando due tra le più forti tendenze del momento, ovvero i volumi oversize e l’uso – grintoso – dell’ecopelle. Svelando la loro interpretazione della moda sparkling, giocando con le stampe eyecatching e le applicazioni 3D. Lasciandosi convincere dalla balaclava-mania. Un totale stravolgimento dei codici estetici che storicamente caratterizzano il marchio? No, l’heritage di Jil Sander resta una preziosa fonte d’ispirazione. C’è dunque spazio per le linee asciutte e pulite, che si traducono (anche) in uno stile fluido e universale.
Dolce&Gabbana
Sensuale: così si chiama la collezione autunno inverno 2023-24 di Dolce&Gabbana. Del resto, la sensualità è sempre stata un leit motiv nel percorso creativo dei due stilisti siciliani. Che però stavolta vogliono sottolineare il valore della personalità e dell’attitudine. Sensualità non è solo bellezza. E nemmeno essere sexy. La femminilità è un perfetto mix di estetica ed essenza. Il messaggio di Dolce e Gabbana si concretizza tramite un intrigante mix di trasparenze, lingerie a vista, corsetti, capi evergreen – dal cappotto avvitato al tailleur sartoriale, dalla gonna a matita ai pantaloni con pinces – e guanti opera. Slip dress, giacche cropped e capispalla con pelliccia. I colori sottolineano il concetto di cui sopra: nero, bianco, rosso e oro.
Msgm
La collezione Msgm A/I 2023 2024 è composta da due differenti mood. Su un fronte dominano il nero, il bianco e le linee essenziali; outfit non privi di un'impronta classica. Sull’altro – più importante in termini quantitativi – è un’esplosione di colori, fantasie animalier, righe di svariate dimensioni, stampe floreali concepite con una visione quasi espressionista. I tessuti caldi e pesanti si alternano a quelli più lievi, ma protagonista assoluta è senza dubbio la pelliccia. Ecologica, ovvio. Che insieme ai tessuti con lavorazione effetto pelliccia caratterizza non solo i capispalla ma anche top, vestiti, cappelli, borse. Persino le scarpe. È l’ennesima conferma: il prossimo inverno, la faux fur sarà ancora in scena. Più versatile e attraente che mai.
Missoni
Mentre lavorava alla sua seconda collezione per Missoni, Filippo Grazioli si è imbattuto nelle rose: quelle di cui Anna Piaggi scriveva nel 1984 in una cartella stampa, anche per raccontare l’amore tra Rosita e Ottavio Missoni. Così, Grazioli ha scelto la rosa come musa. È tra le stampe dominanti dei suoi outfit, entra in scena insieme alle silhouette fascianti e ai tessuti vedo-non-vedo. Grazioli porta in scena anche le iconiche stampe zig zag, però donando loro un twist che potremmo definire etnico. E anche lui scommette sulla fake fur, personalizzandola con un multicolor fatto non di tonalità bold o vibranti, bensì di pastelli e nuance naturali. Con qualche spruzzata di nero.
Bottega Veneta
Matthieu Blazy sapeva perfettamente che le aspettative nei suoi confronti erano alte. E con la terza collezione per Bottega Veneta fa ancora una volta centro. Abbandona il concetto di “racconto”, mette al bando leit motiv e fil rouge per puntare tutto sull’unicità. Ogni outfit è diverso dall’altro, stilisticamente ed esteticamente. Una dissonanza che diventa pura armonia. Ma anche un potente messaggio: siamo diversi l’uno dall’altro e tutti abbiamo lo stesso valore. Meritiamo lo stesso spazio nel mondo. In passerella appaiono trench in pelle dal design a clessidra, cappotti che sembrano aprirsi su una pioggia di piume o paiono sovrapposti, maglioni kinitted indossati come minidress. E giacche sartoriali, volumi ampliati al massimo, capi "squamati". Tessuti dalle lavorazioni complesse, sperimentazioni materiche a tutti gli effetti. Ma l’elenco è lungo, proprio perché ciascun pezzo è senza eguali. Come senza eguali - né similitudini - è questa collezione.
Giorgio Armani
Si chiama Cipria la collezione Autunno Inverno 2023 2024 di Giorgio Armani, ma l’ispirazione non coincide con quell’unico – e iconico – prodotto beauty. Re Giorgio porta in scena tutti i colori che la donna usa per valorizzare il proprio viso, rendendoli così protagonisti degli outfit. Si va quindi dal beige al rosa in diverse gradazioni, dal color sabbia agli aranciati, dal marrone bruciato alle tonalità che entrano in scena la sera: nero, grigio, blu notte. Con qualche nota brillante. Armani racconta il bisogno di leggerezza, le sensazioni impalpabili ma fondamentali, l’importanza del vestito come veicolo del linguaggio corporeo. Le forme sono morbide, lievi, accompagnano con grazia i movimenti. Sono abiti che esaltano la femminilità, ma al tempo stesso risultano avvolgenti e rassicuranti. Familiari. E ultra democratici nella loro raffinatezza.