Trend & Shopping

Moda vintage e second hand, il trend che seduce la Gen Z

31-03-2022
I più giovani hanno riscoperto il fascino dei capi e degli accessori usati, danno loro una seconda vita e sono consapevoli dei tanti vantaggi derivanti da questa scelta

La moda vintage ha sempre avuto il suo fascino, si sa. Fino a qualche tempo fa, però, era un fenomeno circoscritto. Riguardava cioè un numero ridotto di appassionati che si concedevano intriganti tour tra negozi specializzati e mercatini dell’usato, andando a caccia di pezzi unici provenienti dalle epoche più diverse e appartenuti a chissà chi.

Nel 2019 è iniziata un’inversione di rotta. Sia pur gradualmente, il second hand è diventato protagonista di una parabola ascendente. Ciò riguarda diversi settori, da quello automobilistico a quello dell’arredamento, ma in primis – e appunto - la moda. Abbigliamento e accessori.

Buona parte del merito di questo exploit va alla Gen Z, ovvero ai nati tra il 1995 e il 2010, che come sempre hanno trovato nella Rete una risorsa praticamente infinita. Risultato: siamo davanti a uno dei trend più forti di questo 2022. Per una serie di ottime ragioni.

I motivi del successo

Secondo il Report thredUP 2020, entro il 2028 la moda pre-loved supererà addirittura il fast fashion, raggiungendo un valore di mercato pari a 80 miliardi di dollari (e pensa che nel 2009 si è assestata sui 10 miliardi). Importante precisare che ci si riferisce sì alla moda vintage, ma anche all’usato più recente.

Se è vero che gli articoli piuttosto datati sono un’irresistibile tentazione per chi ama lo stile retrò, è anche vero che il fenomeno in questione permette di ammortizzare quegli acquisti fatti con scarsa convinzione o addirittura per errore (pensiamo in primis alle misure sbagliate).

A tutti capita di comprare sulla scia dell’entusiasmo e d’istinto, e non è raro pentirsi per un motivo o un altro. Mettendo in vendita i capi o gli accessori in questione, si recupera qualcosa in termini di denaro. Il che non guasta, anzi. In diversi casi è invece possibile fare degli scambi, altra formula molto apprezzata dalla Gen Z.

E poi è possibile rinnovare con maggiore frequenza il proprio guardaroba, vuoi mettere? Ci si stanca, si cambia. Riducendo al minimo la spesa.

Un’altra ragione alla base del boom della moda vintage è presto detta: bastano una ricerca accurata e un pizzico di fortuna per intercettare pezzi griffati, in buono stato, che nuovi risultano invece inaccessibili. Il fil rouge, adesso che abbiamo messo i motivi nero su bianco, appare chiaro: il risparmio, a fronte della possibilità di creare look glam e sempre (o quasi) diversi.

Ma sul tavolo c'è pure una tematica tutt'altro che secondaria: la sostenibilità. Prolungare il più possibile la vita di un vestito, una maglia, una borsa e così via significa dare un contributo concreto alla lotta contro gli sprechi e l’inquinamento. La moda circolare è anche questo. Eh sì, il fast fashion sta decisamente tremando!

Moda vintage

I canali prediletti dalla Gen Z

Partiamo da un dato di fatto: un internauta su tre appassionato di moda, in Europa, possiede un account TikTok. E quasi la metà degli iscritti alla piattaforma la descrive come un’ottima alleata nella scoperta delle nuove tendenze fashion, anche in fatto di second hand. Del resti basti pensare alla moda Y2K, decollata proprio grazie a TikTok. L’ispirazione, dunque, parte da lì. E da Instagram, cui è riconducibile il proliferare dei reselling.

Entrano poi in gioco le app, a cominciare da Vestiaire Collective, punto di riferimento imprescindibile per chi è alla ricerca di capi e accessori griffati vintage, ma anche The Real Real, Depop, Vinted, Wallapop: si stanno moltiplicando, il che testimonia quanto il vintage e il pre-loved siano… cool. Soprattutto per i più giovani. Nella maggior parte dei casi si compra, ma si vende anche.

I più noti e-commerce si stanno allineando: Zalando, per esempio, ha inaugurato una sezione ad hoc. La Rete fa la parte del leone, vero, ma questo non significa che i negozi fisici ne abbiano risentito. Anzi. Parliamo di numeri nettamente inferiori per ovvi motivi, però aumentano anche le persone che varcano una soglia "vera" per toccare con mano le occasioni in vendita. Realtà come Bivio Milano e Humana Vintage, per esempio, negli ultimi tempi si sono ampliate e hanno guadagnato anche in termini di notorietà.

A proposito di Milano: la seconda tappa di Vinokilo, il più grande mercato di abiti vintage (venduti al chilo) d’Europa, è coincisa proprio con questo marzo e ha bissato il successo della prima. Meditate gente, meditate.

Moda vintage

Il ruolo dei big brand

No, i big brand non stanno certamente a guardare. Scendono in campo, forti del loro potere seduttivo. Dallo scorso ottobre allo scorso 31 dicembre è stato possibile partecipare al progetto Valentino Vintage, cioè portare presso quattro Vintage Store - selezionati dalla stessa maison - capi e accessori second hand firmati Valentino per ricevere, in caso di valutazione positiva, un credito da utilizzare in alcune boutique del marchio. L’esperimento si ripeterà, ne siamo certi.

Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, ha ideato Gucci Vault: un suggestivo spazio virtuale in cui è possibile (tra l’altro) reperire pezzi vintage e second hand, in alcuni casi rivisitati o rinnovati dall’ufficio stile.

Stella McCartney, qualche tempo fa, ha stretto partnership con The Real Real, concedendo un buono per la nuova collezione a chiunque acquistasse tramite l’app un suo capo usato; nel 2021 Alexander McQueen ha invece collaborato con Vestiaire Collective.

Diesel ha lanciato l’iniziativa Second-Hand, che consiste in una selezione di jeans rigenerati e messi nuovamente in vendita presso alcuni flagship italiani (ma anche online in tutta Europa). Presto l’elenco sarà molto più lungo, siamo pronti a scommettere.

Moda vintage

Anche le celebrities scelgono il second hand

Non solo molte celebrities hanno felicemente sposato la causa, per quanto spesso si ritrovano – più o meno consapevolmente – nel ruolo di influencer. In prima fila ecco Kate Middleton, che in occasione del recente viaggio in Giamaica ha mandato in visibilio le fashion addicted di tutto il mondo, sfoggiando un coloratissimo abito degli anni Cinquanta. Scovato da Willow Hilson Vintage, un negozio di Cheltenham che opera anche online.

Patite della moda vintage sono anche Julia Roberts (come dimenticare l’abito di Valentino indossato per gli Oscar 2001?), Jennifer Lopez, Winona Ryder, Zendaya, Gwyneth Paltrow, Penelope Cruz, Rihanna. E potremmo continuare. Tra i marchi prediletti, oltre a Valentino, citiamo Dior, Chanel, John Galliano, Gucci, Roberto Cavalli, Karl Lagerfeld, Jean Paul Gaultier.

Rivedere quelle creazioni è emozionante. Al di là dell’indiscutibile bellezza, diventano veicolo per un viaggio nel tempo che fa meglio comprendere come la moda, quella derivante dall’incontro tra talento, passione e artigianalità, possa davvero diventare eterna.

Moda vintage
Riproduzione riservata