Le sfilate newyorkesi sono state un lauto antipasto, non c’è che dire. Adesso entriamo nel vivo del fashion month, si vola in Europa per l’appuntamento con la London Fashion Week Primavera Estate 2025. La capitale britannica ospita da sempre le sfilate più audaci e la creatività più sorprendente. Sono collezioni spesso scenografiche e provocatorie, ad alto tasso di sperimentazione, anche parecchio distanti da un eventuale traslazione nella quotidianità ma che restituiscono uno spettacolo allo stato puro. Quest’edizione è l’ennesima conferma, però d'altra parte si osa un po’ di meno. E sembra esserci maggiore spazio per le tendenze che concretamente caratterizzeranno la moda delle prossime stagioni.
Fiocchi maxi, in molti casi esagerati. Una pioggia di frange lunghe e più corte, ma comunque fitte. Piume, tante piume. A decorare capispalla, gonne, pullover, top. Bagliori creati da paillettes. Ecco, sono questi i principali elementi degli shows londinesi. Tornano in parecchie collezioni, mirano a diventare imperativo. Su un altro fronte, ma l’avevamo già rilevato nella Grande Mela, ritroviamo quei codici stilistici che hanno già scandito gli ultimi mesi, quasi diventando ossessione: trasparenze, asimmetrie, volumi over. Una moda che potremmo idealmente dividere in due macro categorie. Da un lato, i capi comfy e pratici. Dall’altro, la sensualità che non teme giudizi né pregiudizi, che viene espressa con la massima libertà. Nell’arco di una sola giornata, mutare completamente immagine. Pelle. Eppure, restare sempre fedeli a noi stessi. Un’idea che intriga e stuzzica, vero?
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Karoline Vitto
Karoline Vitto ha debuttato alla Milano Fashion Week Primavera Estate 2024 con una collezione “sexy, bold e inclusiva” e la benedizione di Dolce&Gabbana. A Londra un’altra sua prima volta: sfila da sola. E lo fa con creazioni basate su quegli stessi codici, ma al contempo concretizzano un’evoluzione. La cura dei dettagli è estrema, i giochi di vedo-non-vedo appaiono più sofisticati, i drappeggi e le arricciature diventano escamotage stilistici per esprimere audacia scansando gli eccessi. Interessante.
JW Anderson
Una delle sfilate più attese alla London Fashion Week Primavera Estate 2025, quella di JW Anderson. Le aspettative sono alte e Jonathan Anderson non delude. Su alcuni capi riporta – nero su bianco – parole scritte da Clive Bell nel volume Art, pubblicato nel 1914. Una teoria sulla distinzione tra buona arte e cattiva arte. Da qui, il designer esplora il concetto di semplificazione e dà forma a un’intensa ricerca materica che passa non soltanto dai tessuti ma anche dai volumi. In passerella appaiono mini gonne rigide a ruota e a palloncino, tessuti tagliati, intrecci e nodi (volutamente) ENORMI, abiti dalle proporzioni sfalsate. C’è poco di mettibile nella quotidianità, vero. Ma il risultato è degno di nota.
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Roksanda
Può il minimalismo risultare espressionista? Può la raffinatezza essere condotta all’esasperazione eppure non risultare intaccata? Sì, è possibile. E ce lo dimostra in modi appassionanti la sfilata PE 2025 di Roksanda. Si comincia gradualmente, con tailleur e capospalla dalle spalle imponenti e resi più dinamici da tagli e squarci. Si alza gradualmente il tiro con abiti monospalla ed elaborati drappeggi. Poi è un’esplosione. Di maxi fiocchi, di colori, volant, piume. Mirabile è la capacità di utilizzare così tanto tessuto senza che il senso di leggerezza si smarrisca.
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16Arlington
Le sfilate di Londra sono quelle più estrose, originali, temerarie. 16Arlington è tra quelle voci che potremmo definire fuori dal coro: la sua collezione appare più sobria, più adatta alla quotidianità. Per certi versi non troppo distante dalla moda classica. Ma, allo stesso tempo, d’impatto. Ritroviamo i trend del total denim, dei capi cropped, del reggiseno usato come top e della culotte da indossare come shorts. Delle trasparenze e dei decori 3D. Arriva un’ulteriore conferma di quanto le frange stiano acquistando fascino e di come le paillettes abbiano superato qualsiasi confine e limite di orario. E poi ci sono quei twist in più: le camicie sbottonate, i completi in pelle, un rinnovato interesse per la pencil skirt. Hai preso nota?
Erdem
Lo stile mannish non è mai stato così… girlish. Erdem si lascia ispirare dallo stile della scrittrice Radclyffe Hall e della scultrice Una Troubridge – stiamo parlando dei primi del ‘900 – e manda in passerella tailleur con blazer doppiopetto decorati per mezzo di ricami floreali e cristalli, arricchiti da maxi fiocchi, “toppe” con su stampato il frontespizio de Il pozzo della solitudine, primo romanzo sulla realtà gay, scritto proprio dalla Hall. Poi si resta in quello stesso secolo, virando però verso il riedit di abiti e look sofisticati ma che un tempo potevano essere giudicati fin troppo audaci: sono scolli profondi, sono lunghe frange, autoreggenti in vista e trame che lasciano intravedere la pelle. Una gran bella prova.
Simone Rocha
Appena inizia la sfilata di Simone Rocha per la London Fashion Week Primavera Estate 2025, appare lampante l’ispirazione balletcore. E lo stesso dicasi per il garofano, leit motiv della collezione. Declinato nei modi più diversi: come ricamo, stampa, applicazione fatta di cristalli. Sotto forma di petali che fanno capolino dagli scolli. Tutto ciò trova definizione e compimento attraverso un sapiente uso del tulle, delle trasparenze e dei drappeggi. Memo: anche Simone Rocha ribadisce il fascino timeless del denim.
Burberry
Con la collezione Burberry Primavera Estate 2025, Daniel Lee rende omaggio allo stile british tra tradizione e sguardi contemporanei. Come di consueto, cavalli di battaglia sono i capispalla: il trench, anche in versioni destrutturate, ridotte ai minimi termini o arricchite da piume; il parka, presentato con volumi e design inediti. Poi si lascia spazio alle sperimentazioni, e l’occhio è subito catturato dall’abito che richiama il cappotto e dalla camicia che sembra ricavata da un trench. Si aggiungono le asimmetrie estreme, le mantelle cropped, i pantaloni cargo morbidi e a vita bassa. Anche Lee si lascia sedurre dalle paillettes e dalle piume. Una collezione da amare.