Dalla London Fashion Week AI 2024 ci aspettavamo collezioni scenografiche, magari anche improbabili ma d’effetto; colpi di scena e provocazioni. Del resto, da sempre le sfilate londinesi sono le più originali (divertenti, anche) di tutto il Fashion Month. Quest’edizione, poi, è coincisa con un traguardo importante: 40 anni, come sottolineato anche dall’hashtag #LFW40. Dunque le nostre aspettative sono coincise con la realtà? Sì e no.
Ci spieghiamo meglio: indubbiamente, rispetto alle altre Fashion Weeks Autunno Inverno 2024, l’audacia e la sperimentazione hanno un ruolo di maggiore importanza. Altrettanto vero è che il minimalismo - altrove quasi imperante - è passato in secondo piano. Non messo completamente da parte, però. È come se fosse stata scalata una marcia: estrosità sì, ma con “innesti” derivanti dal fascino di un profilo un po’ più basso. Per scansare gli eccessi senza snaturare la natura di quest’evento, mettiamola così. D’altra parte, anche da Londra arriva l’approvazione per quei trend ormai chiarissimi: trasparenze, tagli irregolari, stratificazioni, ricerche materiche, stampe vivaci. E poi a Londra è diventata bold una parola ben precisa: piume! Ti abbiamo incuriosito, eh? Allora gustiamo insieme il recap delle sfilate più cool!
16Arlington
La collezione 16Arlington Autunno Inverno 2024, disegnata da Marco Capaldo, è all’insegna dell'essenzialità e delle tinte unite. Ci sono, però, delle eccezioni. Inaspettate, e che proprio per questo restituiscono un effetto sorpresa. Dettagli che fanno la differenza: gonne dai fianchi strutturati, sciarpe realizzate con frange metalliche che illuminano il total black, maglioni con lavorazioni quasi ironiche e borse pelose.
Confermata la passione per le trasparenze e un ulteriore accento per quello che mira a entrare tra i nuovi trend moda: il pullover da usare come sciarpa, in alcuni casi addirittura sulla pelle nuda. E che, dunque, arriva a prendere il posto di un top. Da notare anche le gonne midi a pieghe in pelle e gli abiti letteralmente tempestati di frange.
Roksanda
Volumi in primo piano alla sfilata di Roksanda, anzi: sperimentazioni di volumi. Si dilatano, si intrecciano, si sovrappongono. Traducendosi – fra l’altro – in blazer a clessidra dalle spalle over, cinture tubolari, combo gonna+pantaloni, layering, maxi fiori 3D.
La collezione Roksanda presentata alla London Fashion Week AI 2024 è caratterizzata anche da un sapiente uso dei colori: alcuni capi sembrano tavolozze di pittori in piena ispirazione creativa. Importante (anche qui) è la presenza di tinte unite, che spaziano dai pastelli al giallo vibrante. Passando per l’immancabile nero.
Molly Goddard
I fiori sono i protagonisti assoluti della collezione AI 2024 di Molly Goddard. Ma attenzione: non ci riferiamo alle stampe floreali (che comunque vanno fortissimo); i fiori danno forma al design stesso dei vari capi, in primis tramite enormi quantità di rouches e applicazioni 3D. Ma anche per mezzo di tagli e volumi. Colori e stratificazioni.
I fiori decorano persino i jeans e diventano maxi borse da portare a mano. Una donna assolutamente romantica, ma non priva di una certa ironia. Gioiosa, anche.
Erdem
La (sontuosa) collezione di Erdem è un tributo a Maria Callas, al suo stile e alla sua femminilità. Di conseguenza, è anche un omaggio al film Medea di Pasolini. Di cui la Callas è protagonista. Ecco dunque in passerella sensuali drappeggi, stoffe preziose, raffinati cappotti dallo scollo geometrico ed eyecatching.
Ecco le stampe floreali, i riflessi ipnotici, le piume di marabou. I pigiami per uscire e quei dettagli curatissimi: ricami, applicazioni che luccicano, le pietre colorate. Una collezione da diva, nel senso letterale del termine.
David Koma
Tra i leit motiv della London Fashion Week AI 2024, dobbiamo mettere anche le piume e gli scolli scultorei nonché audaci: altre conferme arrivano da David Koma, che porta in passerella una donna magnetica e sicura della propria femminilità.
Domina il black&white, con poche e sobrie eccezioni fatte di pastelli e tonalità neutre. Ritroviamo poi altri trend ormai acclarati anche per l’Autunno Inverno 2024: gli orli ridotti al minimo, le asimmetrie, le trasparenze, l’uso sartoriale dei pellami. Molto interessanti, inoltre, le interpretazioni che Koma propone del classico tubino nero. Molto intriganti i maxi strass usati come decorazioni.
Simone Rocha
Atmosfere tutt’altro che allegre, ma senza dubbio suggestive, per la sfilata di Simone Rocha. La collezione si chiama The Wake (cioè La Veglia), l’ispirazione arriva dalla regina Vittoria e in particolar modo da uno degli abiti neri da lei indossati dopo la morte del consorte, il principe Alberto.
Si chiude così la trilogia dark realizzata dalla designer irlandese con le sue creazioni; i precedenti due capitoli, lo ricordiamo, sono stati The Dress Rehearsal e The Procession. Lo stile è sempre il suo, riconoscibile. Per l’Autunno Inverno si aggiungono culotte, shorts, corsetti stringati e non, generose quantità di tulle, maxi fiocchi e applicazioni preziose. E poi inserti di pelliccia sintetica, incursioni d’oro, cuffie e – ovvio – giochi di vedo-non-vedo.
Richard Quinn
La collezione di Richard Quinn si snoda attraverso una sorta di viaggio nel tempo, portando in scena stilemi ottocenteschi ma anche capi che sembrano il periodo compreso tra gli anni ’20 e il secondo dopoguerra. In tutti i casi, siamo su un fronte opposto a quello del minimalismo: è un trionfo di colori, stampe floreali, paillettes, rouches, ricami, volant e pietre preziose.
Arrivano anche le spose di Richard Quinn, che a loro volta scelgono abiti elaborati quanto raffinati. Queste (volute) esagerazioni affascinano, difficile negarlo.
JW Anderson
“Volevamo fare qualcosa di un po’ psicologico, questa volta. Sviluppare l'idea del grottesco e del pragmatico”: con queste parole Jonathan Anderson ha riassunto l’essenza della collezione JW Anderson Autunno Inverno 2024. Per poi svelare che parte dell’ispirazione è giunta da elementi di arredo quali tessuti, ghirlande, cordoni, tendaggi. Un’altra parte, invece, ha trovato motore creativo nell’abbigliamento intimo.
Il risultato è il raggiungimento dell’obiettivo iniziale. La collezione “un po’ psicologica” prende forma tramite completini in maglia, abiti che sembrano grandi trecce, cappotti over (ma proprio over), ghirlande a mo’ di cinture e slip dress arricchiti da cordoni e cordoncini. Una provocazione, ma anche una riflessione.
Burberry
Burberry è da sempre perfetto sinonimo di british style. Per la collezione AI 2024, Daniel Lee crea una summa di tutto ciò che da sempre identifica il marchio, ma lo fa con uno sguardo contemporaneo. Ecco dunque che lo storico trench viene proposto non in gabardine, come tradizione vorrebbe, bensì in fustagno. Ecco montgomery e parka con inserti in pelle e pelliccia.
Gli scolli a V dei pullover farsi profondissimi, le piume che si posano leggere sui maglioni, le grosse frange e i bordi a contrasto che arricchiscono i cappotti con cintura. Ulteriori note di originalità giungono dai tagli sui pantaloni check e dalle lunghe “gonne kilt” con spacco audace, ma anche dai giacconi cropped in lana felpata. La palette è calda, ispirata ai colori della natura. Lee ha fatto centro.